La Nuova Sardegna

Oristano

Bosa, la politica spegne il fuoco delle polemiche

di Claudio Zoccheddu

Solidarietà al sindaco Mastino dal consiglio comunale Le lettere sono state firmate da una “web star” del Temo

03 dicembre 2014
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INVIATO A BOSA. «Le lettere anonime? Cose che capitano. Ci sono argomenti molto più importanti». Le missive recapitate il 29 novembre in Comune hanno avuto un effetto inaspettato. Mettere d’accordo la maggioranza guidata da Luigi Mastino e i due gruppi di opposizione, capitanati rispettivamente da Piero Casula e da Rosalia Acca, non era un’impresa da poco. Soprattutto dopo che le incomprensioni tra le diverse fazioni politiche avevano raggiunto i massimi storici. L’intero Consiglio, infatti, ha condannato lo scrittore anonimo che ha indirizzato sicuramente due, ma forse tre lettere anonime a due assessori (Salvatore Fois e Alfonso Campus) e a un componente della minoranza, l’ex assessore regionale Sergio Obinu che, però, fino a ieri sera non aveva confermato di essere nella lista.
Le reazioni. Il clima, in Comune, è piuttosto rilassato. Il sindaco prova subito ad abbassare i toni: «Vorrei che si parlasse d’altro», spiega Luigi Mastino, «magari sarebbe il caso di discutere il nostro operato e le cose che abbiamo fatto e che faremo. Non mi va di dare troppa attenzione a chi sfrutta l’anonimato per offendere e creare tensioni». Nonostante le missive fossero indirizzate a due assessori, il vero bersaglio era Mastino. E proprio ieri, il sindaco ha ricevuto la solidarietà di Piero Casula: «Sono episodi gravissimi e inaccettabili. Sono vicino al sindaco, ma dico anche che questi episodi non devono distogliere l’attenzione dalle cose realmente importanti».

Al coro si aggiungono anche Tore Fois, assessore ai servizi sociali, e Salvatore Angotzi, capogruppo del Pd in consiglio comunale. «Adesso Bosa ha un sindaco e queste sono le cose che capitano quando si lavora», dice Fois. Dello stesso tenore le dichiarazioni di Angotzi: «Siamo un’ amministrazione trasparente che lavora senza nascondere nulla. Gli attacchi che arrivano da chi si nasconde dietro l’anonimato lasciano il tempo che trovano».
Le lettere. Nonostante la politica tenti di sminuire l’accaduto, le lettere anonime non sono una novità per l’amministrazione guidata da Mastino. L’invio delle missive è l’ultimo episodio di una serie. Il primo contatto con gli scrittori anonimi è datato 29 ottobre: «Ma sembrava più che altro uno scherzo di dubbio gusto», commenta Salvatore Angotzi. La lettera era firmata da Salvatore Urgu ed era corredata dalla data di nascita e dall’indirizzo dell’improbabile mittente. Nomi e numeri che, ovviamente, non corrispondono ad alcun cittadino bosano. La seconda, decisamente più seriosa, è arrivata in municipio il 3 novembre e riportava la firma di un altro parto dell’immaginazione di un anonimo scrittore. Il testo redatto da Manuele Roggio, era molto simile - nei contenuti ma non nei toni - a quello recapitato in triplice copia cinque giorni fa.

Mister X. Il paese, dal canto suo, non ha dato troppo importanza agli episodi che hanno sollecitato un nervo scoperto nella politica locale: «Queste cose erano all’ordine del giorno quando amministravo io», racconta con il sorriso l’ex sindaco Giovanni Cuccuru. Un pensiero condiviso da molti dei bosani che ieri affollavano il mercatino di Corso Garibaldi. Reazioni che diventano molto più calde quando il discorso scivola su Gaetano Deperis, probabilmente il personaggio di fantasia più noto in riva al Temo, dopo Giolzi.
Il signor Deperis è la web star di Bosa. Un profilo - o indirizzo - molto attivo sulla piazza virtuale di Facebook che però riporta a un utente che ha scelto di non comunicare le generalità al social network, e alle persone con cui interagisce con frequenza quasi giornaliera. Il mister X delle rete è ritornato di stretta attualità da quando si è saputo che le ultimi tre missive erano firmate proprio dal fantomatico Deperis. Un dettaglio che non lega automaticamente le due cose. Chiunque avrebbe potuto sfruttare lo pseudonimo, e la popolarità virtuale del “fake”, il falso, che ha attirato da tempo l’attenzione dei frequentatori dalla Rete e della politica locale.

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