La Nuova Sardegna

Oristano

Lingua blu, i “dissidenti” di S. Lussurgiu vaccinano i capi

di Piero Marongiu
Lingua blu, i “dissidenti” di S. Lussurgiu vaccinano i capi

SANTU LUSSURGIU. Alla fine ha prevalso il buon senso tra la quindicina di pastori che avevano rifiutato di effettuare le vaccinazioni contro la febbre catarrale (blue tongue) dei loro ovini,...

06 dicembre 2014
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SANTU LUSSURGIU. Alla fine ha prevalso il buon senso tra la quindicina di pastori che avevano rifiutato di effettuare le vaccinazioni contro la febbre catarrale (blue tongue) dei loro ovini, stabilite dal decreto regionale 22, che obbligava a completare la profilassi vaccinale entro la fine dello scorso ottobre. I motivi del diniego trovavano fondamento nel fatto che in quel periodo le pecore erano gravide e, a loro giudizio, sottoporle a vaccinazione avrebbe contribuito ad aumentare una situazione di stress agli animali, che avrebbe potuto creare aborti o malformazioni agli agnelli. Per cercare di risolvere la querelle, il sindaco Emilio Chessa aveva organizzato una riunione con i dissidenti (alla quale aveva partecipato anche il responsabile del servizio veterinario della Asl Antonio Montixi insieme al veterinario di base Barbarangelo Licheri), che però non aveva prodotto i risultati sperati. Anzi, i pastori, avevano ribadito le ragioni del loro rifiuto. Visto il perdurare del rifiuto di adempiere al dettato stabilito dal decreto regionale, il servizio veterinario della Asl 5, aveva sollecitato il sindaco a procedere alla vaccinazione coattiva del bestiame. Messi alle strette dalla norma e per evitare probabili danni economici, qualche giorno fa i pastori hanno inviato una lettera al servizio veterinario della Asl oristanese, chiedendo la sospensione della vaccinazione coatta e delle possibili conseguenze. «Abbiamo prontamente informato l’Assessorato – ha detto il responsabile del servizio veterinario, Antonio Montixi –, e con i funzionari abbiamo concordato di confermare la strategia prospettata agli allevatori lussurgesi durante la riunione di fine ottobre. Cioè: gli allevatori dissidenti devono presentarsi subito nella sede del servizio per calendarizzare la vaccinazione degli animali immediatamente vaccinabili; mentre quelli in stato di gravidanza avanzata, dietro impegno formale degli allevatori, dovranno essere vaccinati nel periodo immediatamente successivo allo svezzamento degli agnelli e comunque: entro e non oltre il prossimo 31 gennaio». La soluzione di compromesso però, se da un lato viene incontro alle esigenze degli allevatori, evitando loro di dover pagare una sanzione amministrativa (che va da un minimo di 258 a un massimo di 1291 euro) dall’altro non giustifica il ritardo da parte della Regione nell’approvvigionamento dei vaccini, messi nelle disponibilità della asl oristanese soltanto alla fine dello scorso mese di luglio. Tanto che, la stess Asl, per fronteggiare l’emergenza vaccinazioni, aveva assunto per due mesi 34 veterinari.

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