La Nuova Sardegna

Oristano

Bosa, tra ambiente e turismo un progetto per il grifone

di Alessandro Farina
Bosa, tra ambiente e turismo un progetto per il grifone

Iniziativa europea apre nuovi scenari per un territorio che cerca di proporre sempre più attrattive Il Comune attende una risposta positiva per il finanziamento: si potrebbe partire in primavera

11 dicembre 2014
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BOSA. È stato presentato qualche giorno fa a Sassari il progetto europeo Life dal tema “Sotto le ali del Grifone”. Il Gyps fulvus, che nidifica da secoli sui picchi rocciosi della costa a nord ovest di Bosa (unica colonia autoctona in Italia) torna d’attualità, anche oltre le rive del Temo, mentre si aprono nuovi scenari di possibile fruizione per una risorsa della natura dalle tante potenzialità non ancora pienamente colte in un territorio che tenta di guardare oltre i picchi estivi di presenze balneari.

A metà novembre a Capo Marrargiu due giovani grifoni ricoverati al centro di Bonassai – uno ritrovato a Orosei e l’altro in territorio di Pozzomaggiore con pesanti sintomi da denutrizione – sono stati liberati dopo le necessarie cure alla presenza anche di una scolaresca di Bosa. Operazione condotta dall’Ente foreste in collaborazione con il Corpo forestale e il Comune di Bosa, mentre le immagini sono state realizzate da un’equipe di ricercatori e studenti del dipartimento di Veterinaria di Sassari. Qualche giorno dopo, a Sassari, è stato presentato nell’aula magna di Veterinaria il progetto europeo Life “Sotto le ali del Grifone”. Con i dati sullo studio del volatile nel territorio di Bosa e zone circostanti alla base di una richiesta di finanziamento per azioni da mettere in campo nei prossimi anni.

«Progetto alla cui redazione hanno partecipato cinque enti, tra cui il nostro Comune. Che prevede azioni di studio, monitoraggio, restoring (reintroduzione di animali di varie specie, ndc), sensibilizzazione. Ma che apre anche alla creazione di circuiti per l’osservazione» spiega l’assessore comunale al Turismo e all’ambiente Alfonso Campus. Insomma, sempre che il progetto venga finanziato, oltre alla cura degli aspetti scientifici, «c’è l’idea di portare avanti ragionamenti di sviluppo per le attività locali».

Azioni in sintonia con quanto già presente nei progetti legati ai Siti di interesse comunitario, spiega Campus. Che opportunamente colte potrebbero magari dare nuovi spiragli per qualificati posti di lavoro in campo turistico. «Per ora parliamo di progettazione. Attendiamo le risposte che speriamo positive sul lavoro presentato all’Unione Europea entro la primavera del prossimo anno», dice cautamente l’assessore. Intanto, dopo il rapporto spesso controverso dei decenni scorsi, quando al grande avvoltoio veniva imputata addirittura la responsabilità del mancato “sviluppo” turistico sul litorale, col tempo e non pochi sforzi anche nel clima sociale di Bosa sembra finalmente maturare una più moderna visione delle possibilità connesse alla presenza del Gyps fulvus. Potenziale manna, gli esempi in Europa non mancano, per allargare la cerchia di visitatori nei lunghi periodi della bassa stagione.

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