La Nuova Sardegna

Oristano

Accordo per nuove verifiche sulla concentrazione di nitrati

di Michela Cuccu
Accordo per nuove verifiche sulla concentrazione di nitrati

Arborea, Coldiretti e due ministeri hanno siglato un’intesa per stabilire le “aree vulnerabili” Assemblea con i titolari delle aziende. Casu (Caa): «Gli agricoltori non hanno interesse a inquinare»

19 dicembre 2014
2 MINUTI DI LETTURA





ARBOREA. Sono state le aziende zootecniche, con i reflui provenienti dalle stalle, a contribuire all’innalzamento dei valori dei nitrati nelle falde sotterranee? O ci sono altri motivi? Il quesito, che è destinato a riaprire una questione mai risolta nel territorio più “padanizzato” della Sardegna, è destinato a trovare una risposta nell’arco di qualche mese. Ci sarà una nuova definizione delle zone vulnerabili ai nitrati sulla base di un protocollo siglato il 4 dicembre a Milano, fra i ministri dell’Agricoltura, Maurizio Martina, e dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, con il presidente nazionale di Coldiretti, Roberto Moncalvo. Se n’è parlato ieri mattina nel corso di una assemblea territoriale che Coldiretti di Oristano ha tenuto per illustrare i contenuti della nuova Politica agricola comunitaria.

Oltre a discutere su come saranno distribuiti in futuro gli aiuti comunitari alle aziende agricole, l’assemblea di ieri è stata infatti l’occasione per parlare dei contenuti di un accordo che è destinato a salvare dalla chiusura migliaia di allevamenti zootecnici, finiti nel mirino del ministero e delle aziende sanitarie locali, in quanto accusati di aver provocato una situazione di inquinamento delle acque di falda.

Secondo il protocollo, come hanno spiegato ieri mattina il direttore di Coldiretti Oristano, Giuseppe Casu e il responsabile regionale di Caa-Coldiretti, Luigi Fantasia, nell’arco di 45 giorni il Governo dovrà emettere un decreto per ridefinire le zone vulnerabili ai nitrati. Successivamente, le Regioni avranno 30 giorni di tempo per disegnare la nuova mappa di gestione degli affluenti da allevamento. «Attraverso la nuova classificazione – precisa Casu – si terrà conto dei carichi derivanti non solo dalle fonti agricole, ma anche di altra origine. Spesso infatti, le aree che sono state fino ad ora prese in esame, erano anche fortemente abitate o adiacenti a impianti industriali. Insomma, si cercherà di avere una visione più completa e corretta delle cause di inquinamento».

Secondo il direttore di Coldiretti, per Arborea si tratta di una svolta epocale, considerate le vicende degli scorsi anni e le polemiche sorte quando si sospettò che fossero stati proprio gli scarichi delle stalle, ma anche i fertilizzanti utilizzati nei campi, ad aver provocato una maggior concentrazione di nitrati nelle acque. Proprio due anni fa, l’Arpas aveva svolto una campionatura con monitoraggio per verificare lo stato di inquinamento del territorio. Ora ci saranno nuove verifiche. «Verifiche e mappature importanti che potranno dare risposte ad interrogativi importanti per gli stessi agricoltori e allevatori – ha concluso Casu – che non hanno alcun interesse a produrre in aree inquinate».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano

Video

Sassari, il sindaco Nanni Campus: «Il 25 aprile è stato strumentalizzato, anche io ho ceduto sbagliando clamorosamente»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative