La Nuova Sardegna

Oristano

Il ministero manda i suoi tecnici sul lungomare di Putzu Idu

di Enrico Carta
Il ministero manda i suoi tecnici sul lungomare di Putzu Idu

San Vero Milis, presto gli accertamenti disposti dalla Direzione generale per la sicurezza stradale Sono frutto della segnalazione effettuata da alcuni cittadini contro la chiusura al traffico

07 giugno 2015
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SAN VERO MILIS. Sul lungomare di Putzu Idu arrivano gli uomini del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Li spedirà la Direzione generale per la sicurezza stradale e a loro chiederà di esaminare la situazione per capire se serva un provvedimento speciale che passi sopra le teste degli enti locali per la riapertura della strada chiusa e al centro di polemiche interminabili e punti di vista alquanto discordanti.

Ma i pareri dell’uomo della strada hanno un peso diverso rispetto a quello dei funzionari che dovranno valutare se sussistano i presupposti per la riapertura della strada. La decisione di effettuare il sopralluogo è figlia della segnalazione presentata al ministero diversi mesi fa dall’avvocato Rossella Oppo per conto dei cittadini Salvatore Manconi e Antonio Lochi. Era in quelle carte, accompagnate da relazioni tecniche oltre che da osservazioni di diritto, che si chiedeva la revoca dell’ordinanza emessa dall’ex sindaco Flavia Adelia Murru che aveva disposto la chiusura del lungomare tra Putzu Idu e Mandriola in vista della nascita del Piano di utilizzo del litorale. Com’è andata a finire è fatto alquanto noto, con lo stradello sterrato che doveva sopperire alla chiusura della strada finito sotto sequestro per opera della magistratura. E così l’unica via d’accesso alla borgata di Mandriola è diventata la strada che passa per Sa Rocca Tunda e costeggia Sa salina manna.

Il coro di proteste si era elevato alto e aveva dato vita a una serie di ricorsi e a questa segnalazione con la quale si chiedeva la riapertura urgente della strada, collegando la necessità a motivi di sicurezza pubblica.

Il tutto era stato arricchito dalla consulenza tecnica dell’ingegnere Stefano Ferrigno che, anche tramite una dettagliata relazione fotografica, aveva indicato numerosi motivi per cui la decisione presa dall’ex sindaco meritasse una revisione, evidenziando l’allungamento del percorso, la presenza di intersezioni nell’unica strada rimasta disponibile, l’attraversamento dell’area urbana, la carente manutenzione di questa e delle sue pertinenze, l’impatto sul traffico e il problema dell’emergenza e del soccorso.

Tutte motivazioni che, a chi mai ha digerito l’ordinanza, sono sembrati più che validi, al contrario di quanto sempre sostenuto dall’ex sindaco che mai ha fatto un passo indietro o ipotizzato il ritiro dell’ordinanza ritenendo che la nascita del nuovo Pul passasse obbligatoriamente attraverso la chiusura e la “rinaturalizzazione” del lungomare. Punti di vista discordanti che ora verranno sottoposti al vaglio dei tecnici del ministero. Non sarà una cosa immediata, a differenza della rimozione dei blocchi in cemento che dalla settimana che inizia domani verranno rimossi. Il lungomare però resterà vietato alle auto, in attesa di decisioni ulteriori del nuovo sindaco Luigi Tedeschi.

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