La Nuova Sardegna

Oristano

Malato di sla, sfrattato per burocrazia

Sandro Caria, pescatore di Terralba, contrae un mutuo, ma non riesce a saldare il debito residuo

26 giugno 2015
2 MINUTI DI LETTURA





TERRALBA. Perdere la casa per un debito con la banca non finito di pagare. Di questi tempi, verrebbe quasi da chiedersi: ma la notizia, dov’è? Solo che la vicenda giudiziaria che ha investito come una locomotiva lanciata a tutta velocità Sandro Caria, pescatore di Terralba, da qualche anno in pensione a causa di una malattia invalidante come la sclerosi multipla, val la pena di raccontarla. Se non altro per la rigidità nell’applicazione delle norme in merito ai pignoramenti di immobili, ormai al centro di proteste culminate di recente, con l’avvio di una proposta di legge di iniziativa popolare. Pochi giorni fa, Sandro Caria ha ricevuto dal tribunale di Oristano l’ordinanza di sgomebro della casa che, nel 2009, era stata pignorata dalla Banca di Credito Sardo, per le rate di un mutuo non completamente saldate. Racconta Caria «nel 2004 avevo chiesto e ottenuto un mutuo di 100mila euro per costruirmi la casa. Il mutuo mi viene accordato. Inizio i lavori, pago le rate, ma all’improvviso, nel 2006, mi ammalo e finisco in sedia a rotelle». Sandro Caria, socio di una cooperativa che opera nello stagno di Marceddì, non è più in grado di lavorare. E senza lavoro (dato che la moglie, casalinga, non ha reddito) non riesce più a pagare il mutuo. «Nel 2008, dopo 30 anni di lavoro e contributi, mi riconoscono la pensione. Sembra tutto a posto, chiamo la banca, chiedo di “rientrare” e pagare il mio debito residuo, poco più di 27mila euro, a rate, ovviamente, ma mi viene rifiutato. Un anno dopo, arriva il pignoramento, con la banca che rivendica anche circa 9mila euro di interessi», racconta ancora il pescatore in pensione che, con cure e tenacia, nel frattempo è riuscito a rialzarsi dalla sedia a rotelle. «Però non posso fare tanti sforzi, non me la sento più nemmeno di guidare», confessa, con un filo di voce «temo sempre una ricaduta». Sandro Caria di lasciare la casa non ne vuole sentire. «Non saprei dove andare e poi, perché farmi sgomberare quando, ancora non solo non è stata messa all’asta, me nemmeno venduta – dice – senza contare che trovo davvero assurdo perdere un bene valutato 200mila euro per un debito cinque volte inferiore». Il pescatore si è rivolto ad un avvocato, per trovare una soluzione, che ancora, non c’è. Per lui interviene anche l’Aism, l’associazione italiana malati sclerosi multipla, che, attraverso il segretario provinciale, Paola Manconi esprime disappunto. «Non credo che emettere un’ordinanza di sgombero fosse così urgente e indispensabile».

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative