La Nuova Sardegna

Oristano

Non solo i cormorani, tra gli imputati anche i pescatori

di Caterina Cossu
Non solo i cormorani, tra gli imputati anche i pescatori

La Lipu replica alla Coldiretti sulla vicenda degli stagni: «Una verifica anche sulla gestione delle attività umane»

13 luglio 2015
2 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. «Assegnare gli indennizzi ai pescatori è un dovere, tutelare i cormorani un diritto per cui non vanno abbattuti, renderli compatibili è intelligenza». Anche la Lipu interviene a seguito della nota della Coldiretti sui danni provocati dai cormorani nei compendi ittici dell’Oristanese e sulla possibilità che una parte di essi possa venire abbattuta. E puntualizza la Lega italiana di protezione degli uccelli: «Il cormorano ha una forte presenza nei nostri stagni durante le migrazioni e come svernante, praticamente nel periodo da ottobre a marzo. Questa specie, con la predazione, contribuisce in maniera determinante a mantenere in buona salute l’ecosistema stagno».

Ma sull’argomento è meglio chiarire alcuni punti. «C’è il rischio di prendere posizioni dettate dall’emotività, come a nostro avviso sta facendo la Coldiretti – scrive la Lipu –. A nostro avviso, bisogna andare più cauti anche sulla valutazione del danno. Soprattutto, auspichiamo un approccio basato su studi scientifici e ci domandiamo se sia stata fatta una raccolta dati ufficiale sul pescato che dimostri il reale decremento degli stock ittici. Siamo, infatti, convinti che sia indispensabile capire la quantità di pesce presente e su quali specie incida il cormorano».

Riferisce inoltre la Lipu: «Nei diversi Piani di Gestione dei Siti di interesse comunitario e delle Zone a protezione speciale degli stagni dell’Oristanese i relatori concordano sulla necessità di intraprendere delle azioni relative alla problematica dei compendi ittici e dei cormorani», ed esiste pertanto la necessità di «conoscere e quantificare la biomassa predata dalle specie ittiche, non solo muggini ma anche carpe e garantire la vitalità del settore a lungo termine attraverso lo sfruttamento sostenibile del settore».

Lo strumento di prevenzione e controllo degli impatti causati alla pesca non deve essere dunque approssimativo, ma «funzionale alla tutela della biodiversità e allo sviluppo delle attività produttive ecosostenibili». La Lipu inoltre chiede «il monitoraggio e la rendicontazione dello stato delle risorse, le condizioni ambientali con particolare riferimento alle specie a agli habitat delle direttive comunitarie» non ché la promozione di «relazioni scientifico-culturali tra gli organi di gestione dei diversi siti Sic e Zps, e con il contesto universitario della ricerca scientifica». Insomma, i danni alle lagune non sono imputabili sempre e solo agli stessi accusati. Pescatori e gestione della pesca finiscono sul registro degli indagati al pari dei cormorani da loro odiati.

Il blitz

Sassari, controlli dei Nas in tutta l’isola: sequestrati 855 chili di uova e colombe di Pasqua scadute o conservate tra i topi

Le nostre iniziative