La Nuova Sardegna

Oristano

Condanna ridotta di dieci anni per l’omicidio di Mario Serra

di Enrico Carta

Tresnuraghes, i fratelli Francesco Lussorio e Fabio Carai dovranno scontare vent’anni di carcere Dopo la Cassazione il delitto ritenuto inizialmente volontario è stato giudicato preterintenzionale

18 luglio 2015
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TRESNURAGHES. Da volontario, l’omicidio di Mario Serra, diventa preterintenzionale. Resta la condanna per i fratelli di Orotelli Francesco Lussorio e Fabio Carai, ma da trenta la condanna passa a vent’anni.La Corte d’appello di Cagliari, dopo aver visto ritornare indietro il processo dalla Corte di Cassazione ha modificato l’entità della pena finale, rideterminata in virtù delle nuove perizie che hanno stabilito che la morte del pensionato avvenne non per strangolamento diretto, ma per asfissia provocata dal brutale modo in cui la vittima fu legata e imbavagliata.

Mario Serra, 74 anni, sorprese infatti i due fratelli mentre stavano compiendo un furto da poche decine di euro nella sua modesta abitazione di persona che viveva con la pensione minima e un piccolo assegno di invalidità. Era il 30 ottobre del 2010 e i banditi, una volta sorpresi, aggredirono il padrone di casa. Poi lo incaprettarono e fuggirono lasciando dietro di sé qualche traccia di dna e qualche impronta digitale.

Questi elementi servirono per identificarli parecchi mesi più tardi, mentre Mario Serra era morto poche ore dopo la rapina. Come ha chiarito il perito nominato dalla Corte, il professor Adriano Tagliabracci, la morte per asfissia sopraggiunse per una serie di eventi concomitanti, partendo dalla brutale aggressione e proseguendo con lo choc subito dalla vittima e con la posizione nella quale fu costretto a rimanere per numerose ore dopo essere stato legato a mani e piedi.

La Cassazione, qualche settimana fa, aveva annullato con rinvio la sentenza di secondo grado, in seguito alla quale erano stati condannati i due fratelli a trent’anni per omicidio volontario. Una pena che valeva un ergastolo, visto che la condanna era arrivata al termine del rito abbreviato, modalità processuale che automaticamente garantisce lo sconto di un terzo all’imputato che la scelga. Ora la Corte d’assise d’appello ha modificato l’imputazione trasformandola in omicidio preterintenzionale come avevano sempre sostenuto gli avvocati difensori Pasquale Ramazzotti, Gian Luigi Mastio e Caterina Cucca. La Cassazione stessa aveva ritenuto non sufficienti le motivazioni che avevano portato alla condanna per omicidio volontario e aveva chiesto ulteriori specificazioni. Questo aveva convinto la Corte d’appello a nominare un perito che desse certezze sulle cause della morte.

La perizia però non ha lasciato soddisfatto il procuratore generale Michele Incani. Fermo nella sua linea, ha chiesto la conferma dei trent’anni, ritenendo che un omicidio arrivato in seguito alla rapina e soprattutto al trattamento così brutale della vittima meritasse il massimo della pena. Insomma, cos’altro stavano facendo i due fratelli, se non condannando a morte un indifeso? Imbavagliato e legato come una bestia, Mario Serra aveva le ore contate.

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