La Nuova Sardegna

Oristano

I furbetti dell’ombrellone: blitz nelle spiagge del Sinis

di Enrico Carta
I furbetti dell’ombrellone: blitz nelle spiagge del Sinis

La Capitaneria di porto sequestra anche sdraio, canoe e vele da windsurf L’attrezzatura lasciata dalla sera prima per occupare un tratto di arenile

14 agosto 2015
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CABRAS. Quando di buon mattino si sono affacciati sulla spiaggia per prendere il posto “segnato” il giorno prima, avranno pensato che nella notte i ladri avessero fatto un’incursione e si fossero portati via un bel po’ di attrezzatura da spiaggia. Invece a compiere il blitz, ovviamente autorizzato e organizzato, non erano stati alcuni novelli Lupin del Sinis, bensì gli uomini della Capitaneria di Porto sguinzagliati nell’ambito dell’operazione nazionale “Mare sicuro” a controllo delle spiagge, dove i furbetti dell’ombrellone sono sempre presenti.

Il malvezzo di marcare il territorio lasciando l’ombrellone, le sdraio e altro materiale in spiaggia dalla sera prima, stavolta è stato punito con il sequestro di sessanta pezzi di attrezzatura da spiaggia e di quattro canoe e una vela da windsurf. Il blitz, preceduto da alcune segnalazioni di bagnanti stanchi di vedersi scavalcati da chi comodamente scende in spiaggia all’ora che desidera ma occupa la postazione preferita sin dal giorno prima, è partito subito dopo il tramonto di mercoledì ed è proseguito sino alle prime ore del mattino di ieri, con gli uomini della Guardia Costiera che hanno operato sino alle 2.30.

Del resto è stato battuto un ampio tratto di litorale a cominciare da San Giovanni di Sinis, per poi risalire sino a Funtana Meiga, sempre nel Comune di Cabras e quindi passare alle spiagge del Comune di San Vero Milis, S’arena Scoada e Putzu Idu. Lungo la rotta, gli uomini della Capitaneria hanno raccolto tutto ciò che in spiaggia non poteva stare e alla fine sono andati via con soprattutto con ombrelloni e sdraio ben sistemate nel posto “riservato”. Ma il pezzo pregiato dell’invasione non autorizzata delle spiagge sono state quattro canoe e una vela da windsurf, che erano state fissate alla roccia attraverso lucchetti e catene nella spiaggia di Funtana Meiga, dimenticando che esistono le leggi nazionali e regionali sull’utilizzo dei litorali e delle aree demaniali costiere.

Per via dell’ancoraggio perfetto non è stato possibile rimuoverle immediatamente, così che ieri mattina gli uomini della Guardia Costiera hanno chiesto l’intervento anche di personale del Comune e dell’Area Marina Protetta. Tolti gli ancoraggi sono sparite anche le canoe, requisite assieme al resto dell’attrezzatura.

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