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Individuate due strutture per accogliere nuovi migranti

Individuate due strutture per accogliere nuovi migranti

ORISTANO. Potrebbero presto trovare accoglienza a Ghilarza e Arborea, in due strutture di proprietà della diocesi, diversi migranti arrivati in Italia e attualmente in attesa dell’ottenimento dello...

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ORISTANO. Potrebbero presto trovare accoglienza a Ghilarza e Arborea, in due strutture di proprietà della diocesi, diversi migranti arrivati in Italia e attualmente in attesa dell’ottenimento dello status di rifugiato politico.

Le strutture proposte alla Prefettura dalla diocesi sono l’ex asilo per l’infanzia di Ghilarza, fino a qualche anno fa gestito dalle suore del Cottolengo e un’ala delle strutture della Cooperativa “Il Samaritano” nelle campagna di Arborea.

È stato l’arcivescovo, Ignazio Sanna, intervenendo ieri mattina alla conferenza stampa di presentazione del concerto di solidarietà per i poveri di Oristano, a fare il punto sull’esito delle trattative che si sono attivate fra la Diocesi e la Prefettura per reperire alloggi adeguati a far fronte all’emergenza immigrazione.

La mossa della diocesi segue l’appello, lanciato da papa Francesco, che solo qualche settimana fa aveva invitato i vescovi di tutte le diocesi a mettere a disposizione locali inutilizzati per l’accoglienza dei profughi. L’appello a Oristano non è caduto nel vuoto.

«L’accoglienza è un problema serissimo che va affrontato – ha spiegato l’arcivescovo – per questo ci siamo subito attivati per trovare locali idonei che potessero offrire un rifugio, dignitoso, a persone che fuggono da guerre, violenza e fame».

Secondo l’arcivescovo le due strutture potrebbero accogliere alcune decine di persone. «Strutture che abbiamo ritenuto idonee per vari motivi. Ad esempio, l’ex asilo infantile di Ghilarza, credo possa essere una validissima alternativa al sistema di accoglienza di aziende agrituristiche in campagna, lontane dai centri abitati e che rendono difficilissima se non impossibile qualsiasi integrazione degli ospiti con la popolazione locale».

Nel caso de “Il Samaritano”, si tratterebbe di utilizzare le competenze già acquisite dagli operatori della Comunità che da tantissimi anni si occupano di accoglienza e integrazione.

Le due strutture però ancora non sono pronte ad ospitare i profughi che eventualmente verrebbero assegnati. Necessitano infatti, di una serie di interventi, come, nel caso dell’ex asilo di Ghilarza, l’adeguamento degli impianti elettrico ed idraulico. «Interventi che la Diocesi dovrà fare a sue spese – ha detto ancora l’arcivescovo – e per questo stiamo cercando di reperire i fondi all’interno del nostro bilancio». Uno sforzo che, ha lasciato intuire monsignor Sanna, la diocesi ha deciso di affrontare volentieri. «La solidarietà verso i più deboli – ha detto – è un valore irrinunciabile».

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