Dalla provincia verso la città in cerca di un aiuto
Alla Mensa della carità arrivano da diversi paesi Non basta più la rete di sostegno sociale dei piccoli centri
NARBOLIA. Le nuove povertà non sono solo un fenomeno legato all’urbanizzazione dei grossi centri. Di nuove povertà si può patire la fame anche nei piccoli paesi, lì dove di solito la coesione sociale, la solidarietà tra nuclei familiari viene in soccorso nei momenti di necessità. Ma forse il pudore o comunque la necessità di non far conoscere agli altri il proprio momento di debolezza, costringe molti a spostarsi per chiedere aiuto.
Alla mensa della carità di Oristano arrivano da diversi centri della provincia. Suor Gabriella, della congregazione delle figlie di San Giuseppe, responsabile della mensa di via Carmine, non scende in particolari quando le si chiede se tra le persone che chiedono aiuto ce ne sono anche che provengono dai paesi del territorio. Resta sul vago, fa un elenco approssimativo: Narbolia, Bonarcado, Zeddiani, Marrubiu. Altri ancora, ma nulla di preciso. Suor Gabriella non chiede la dichiarazione dei redditi né qual è il credo religioso delle persone che bussano quotidianamente alla sua porta. Ogni giorno, insieme alle sue consorelle e alle volontarie che l’aiutano, confeziona una cinquantina di pasti tra quelli che vengono consumate nella mensa e quelli da asporto. «Ma non ci limitiamo solo a dare un pasto caldo a chi ce lo chiede - dice suor Gabrielle -. Consegniamo indumenti, scarpe, coperte e quant’altro occorre ai bisognosi».
«I separati che si rivolgono a noi per avere un aiuto - spiega Suor Gabriella - sono tanti, e aumentano ogni giorno”. La separazione, molto spesso, porta drammi devastanti nella vita delle persone. La perdita della casa, insieme a quella degli affetti, e la cifra da corrispondere al coniuge lascia molti uomini senza i soldi neppure per mangiare. Tra le persone assistite dalle suore, molte arrivano anche dai paesi della provincia. «L’aiuto arriva da tante persone buone di cuore – conclude suor Gabriella -, ma anche dal Comune e dalla Curia».
Nei giorni scorsi un aiuto è arrivato dal dirigente scolastico Luigi Roselli che ha donato a suor Gabriella una somma di denaro, frutto di una parte dei proventi della vendita del suo ultimo libro, intitolato “Caro amico ti scrivo … su Facebook”. Ogni giorno molti oristanesi portano qualcosa alle suore: latte, olio, formaggio, pelati, frutta e verdura; ma c’è pure chi lascia le confezioni di pannolini per i bambini più piccoli e la domenica, molto spesso, arriva anche il dolce.
Piero Marongiu