La Nuova Sardegna

Oristano

Povertà, nuovi contributi dal Comune

Diciassette i nuclei familiari che beneficeranno del sostegno finanziario per un totale di settemila euro

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BOSA. La crisi morde ancora, ferocemente, malgrado qualche timido barlume di ripresa all’orizzonte. Nel borgo dove spesso si accendono le luci della ribalta mediatica non manca, a leggere con la lente di ingrandimento del continuo lavoro dei Servizi Sociali e delle forze del volontariato, un tessuto sociale in forte affanno. Negli ultimi anni, complice soprattutto la crisi del settore edile, è cresciuto il numero di disoccupati iscritti al collocamento. Chi rimane, a parte le possibilità offerte magari da un lavoro stagionale o da qualche cantiere (privato o comunale), ci si difende come si può. Sempre più spesso per cercare di arrivare a fine settimana, più che al tradizionale fine mese, in più di un caso. Ultima frontiera per molti l’sos lanciato alle istituzioni, magari semplicemente per riuscire a pagare l’affitto di casa, o una bolletta di energia elettrica, sempre che non sia già sotto sfratto o con il contatore sigillato. Come testimonia la determina firmata dal responsabile dell’Area Servizi Sociali nei giorni scorsi. Esemplificativa della situazione già dal titolo: “Contributi economici straordinari per 17 utenti.” Un elenco coperto dalla privacy e collegato, questo il dato che interessa, alla “situazione di precarietà socio economica con conseguenti e ingenti morosità causa lo stato di disoccupazione dei richiedenti e dei componenti e dei nuclei familiari e considerato che ad alcuni è stata anche distaccata la corrente elettrica e altri sono a rischio di sfratto imminente», recita il freddo lessico burocratico. Famiglie, vite insomma, alle prese con difficoltà magari solo qualche anno fa inimmaginabili. Con il Comune che fa quel che può, stanziando nel caso specifico un importo complessivo di 7.150 euro. Praticamente, questa la media per i 17 richiedenti, circa 450 euro pro capite. Somma reperita nel capitolo 1888 del bilancio di previsione 2015, a cui si arriva dalla sommatoria della decurtazione di una miriade di impegni di spesa per qualche centinaio di euro, in un caso dieci euro, ciascuno. Evidenti salti mortali, come quelli che giornalmente affrontano i volontari della Croce Rossa. Che nei nove mesi tra gennaio e settembre 2015 hanno distribuito oltre dieci tonnellate di derrate alimentari. Centotrè quintali tra pasta, riso, formaggi, confetture, legumi, biscotti, latte, olio ecc. per la precisione, venendo incontro a 131 nuclei familiari tra Bosa e hinterland. Oltre a 1020 capi di abbigliamento per uomo, donna e soprattutto bambino, 260 pezzi di materiale didattico per l’infanzia, 4 tra carrozzine e passeggini, 6 culle per bambino o neonato e 3 box bimbi. Dati che fanno riflettere, tanto più perché si tratta di numeri parziali sul conto generale della beneficenza, che include anche l’apporto di parrocchie e Caritas, associazioni, vicini di casa e amici di famiglia.

Alessandro Farina

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