La Nuova Sardegna

Oristano

MASSAMA

Con “La Tela” il carcere si apre all’arte e al cinema

di Francesco G. Pinna
Con “La Tela” il carcere si apre all’arte e al cinema

ORISTANO. Tre detenuti e un pittore che dipingono insieme un quadro di due metri per cinque, ognuno portando liberamente il proprio contributo. È il soggetto di un film documentario che si intitola...

20 dicembre 2015
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ORISTANO. Tre detenuti e un pittore che dipingono insieme un quadro di due metri per cinque, ognuno portando liberamente il proprio contributo. È il soggetto di un film documentario che si intitola non a caso “La Tela” girato interamente all'interno della Casa circondariale di Massama. Il pittore, che è anche il regista del film documentario, è Salvatore Garau (quello della Anguilla di Marte, la contestatissima scultura che domina la piazza del Municipio di Santa Giusta).

I nomi dei tre detenuti che gli hanno dato una mano a dipingere La Tela (tra i quali ce ne sarebbe uno notissimo alle cronache giudiziarie sarde) per il momento invece restano ignoti. «Prima o poi li conoscerete», si è limitato a dire Garau spiegando invece che non rivelerà mai il nome del famosissimo attore che lo ha implorato di dargli almeno una particina nel suo film.

«Era disposto anche a lavorare gratis, ma gli ho dovuto dire di no per non rischiare di sminuire il ruolo dei tre detenuti che hanno accettato di aiutarmi a dipingere la Tela davanti all'obiettivo della macchina da presa» ha spiegato durante la presentazione del progetto avvenuta nei giorni scorsi all'interno del carcere di Massama in uno dei pochi locali accessibili ai comuni cittadini dopo l'identificazione all'ingresso. Il progetto La Tela, ha spiegato Garau, è anche una opportunità in più per chi ha accettato di partecipare stando dietro le sbarre, ma «il mio intento non è mai stato quello di fare un documentario sulla situazione delle carceri, di sostituirmi agli educatori, di giudicare o rendere eroi i detenuti coinvolti. Volevo solo fare un bel film», ha spiegato. E per fare un bel film ha scelto come direttore della fotografia uno dei migliori in circolazione sulla piazza, Fabio Olmi, figlio del regista Ermanno Olmi. «Quando me l'ha chiesto ho accettato subito, perché mi attirava l'idea di girare questo documentario in grande libertà all'interno di un posto dove la libertà non c'è» ha detto. Le riprese del film, qualche scena anche nel vecchio carcere di piazza Manno, sono praticamente terminate. Il progetto La Tela prevede anche la realizzazione da parte di cinque diversi registi di altrettanti corti di cinque minuti ciascuno che raccontano ognuno un ricordo d'infanzia di cinque diversi detenuti del carcere di Massama.

Il film, destinato in prima battuta ai circuiti televisivi, sarà prodotto dalla Blue Film di Roma in due versioni, una con i corti, l'altra senza, e sarà presentato ai maggiori festival nazionali e internazionali.

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