La Nuova Sardegna

Oristano

La Regione impone al Comune la revoca della gestione del porto

di Alessandro Farina
La Regione impone al Comune la revoca della gestione del porto

La Porto di Bosa non è più una Spa ma una Srl: automatica la decadenza dell’autorizzazione del 2007 Il Comune aveva già dismesso le sue quote, ora dovrà procedere a un nuovo bando per l’affidamento

27 dicembre 2015
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BOSA. Chiuso a fine 2014 il capitolo della società mista per la gestione della darsena fluviale di S’Isula, anche il 2015 riserva colpi di scena nella complessa vicenda dell’opera realizzata nel 2005 con ingenti fondi pubblici e affidata dal 2007, dopo una gara d’appalto europea, alla Porto di Bosa Spa. La giunta municipale ha approvato infatti una delibera che, alla luce delle decisioni assunte dalla Regione, dovrebbe produrre a breve una svolta nei rapporti con la Porto di Bosa Srl. Il Servizio territoriale Demanio e Patrimonio di Oristano, emanazione dell’assessorato regionale agli Enti locali, ha comunicato infatti la decadenza dell’autorizzazione rilasciata nel 2007 al Comune. Con conseguente “Cessazione degli effetti sull’affidamento temporaneo per la gestione delle attività” nelle strutture di S’Isula. Lo stesso ente dispone inoltre che il comune di Bosa debba porre in essere tutte le azioni necessarie per rientrare in possesso delle aree, e chiarire al più presto come intenda operare in futuro riguardo al bene pubblico.

La giunta municipale guidata da Luigi Mastino, in una corposa delibera di ben otto cartelle pubblicata il 24 dicembre all’albo pretorio online, preso atto della decisione, ha dato quindi mandato al responsabile comunale competente perché adotti “Gli opportuni atti di natura gestionale”. Questo il passaggio che potrebbe appunto segnare nei prossimi giorni ulteriori concrete e forse drastiche novità sull’argomento. La Regione, nel motivare analiticamente la decisione comunicata a metà novembre al Comune di Bosa, richiama una serie di atti. A partire dalla delibera di Consiglio che il 19 dicembre 2014 sanciva la fuoriuscita dell’ente locale dalla Porto di Bosa Spa, oltre al fatto che “Dalla visura camerale è stato accertato che la società mista Porto di Bosa Spa ha variato la propria forma giuridica trasformandosi in Srl”. Modifica che per l’ente “Essendo venuto meno lo scopo sociale per il quale la stessa società a capitale misto, pubblico e privato, era stata costituita” è ulteriore elemento di decadenza dell'autorizzazione. Con la conseguenza, questo il passaggio nodale, che “Cessano gli effetti dalla stessa autorizzazione prodotti in ordine all'affidamento temporaneo della gestione delle attività a favore della, ormai, ex società mista Porto di Bosa Spa”. Per l’esecutivo presieduto da Luigi Mastino quindi “La Porto di Bosa Srl, risultante dalla trasformazione della Spa ad opera del socio privato Marina di Portorotondo Srl, è dunque un soggetto giuridico differente, per forma e sostanza, da quello originariamente ideato dall'amministrazione comunale in sede di scelta della formula gestionale più appropriata per la conduzione del porto turistico di Bosa”. Fatto che determina “Il venir meno del rapporto fiduciario che deve sussistere per il permanere del vincolo concessorio”. Legato anche a una serie di “Prerogative inizialmente previste per la tutela del preminente interesse pubblico”. Messe nero su bianco negli atti di gara, ma che “Allo stato attuale risultano palesemente negati o preclusi” pur giustificando “La concessione a titolo gratuito (previa autorizzazione dell'autorità concedente) del bene pubblico porto”, la tesi del Comune. Non resta quindi che attendere le decisioni che, attraverso le disposizioni del competente responsabile degli uffici comunali, dovranno dare gambe alla delibera del 18 dicembre. Senza contare che ulteriori novità potrebbero arrivare dalla possibile reazione della Porto di Bosa Srl, considerata la posta in gioco in riva al Temo.

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