La Nuova Sardegna

Oristano

Il Comune contro la Saras anche al Consiglio di Stato

di Enrico Carta
Il Comune contro la Saras anche al Consiglio di Stato

Arborea, l’amministrazione resiste in giudizio nella causa sul Progetto Eleonora La società dei Moratti ha fatto ricorso dopo la recente bocciatura del Tar

03 gennaio 2016
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ARBOREA. Non da sola. Di fronte ai giudici del Consiglio di Stato la Saras dovrà fare i conti anche con qualcun altro. In fretta e furia, alla prima riunione di giunta, il Comune di Arborea ha deciso che sarà protagonista nel secondo e decisivo grado di giudizio del procedimento amministrativo sulla questione del Progetto Eleonora. Tecnicamente si dice che l’amministrazione «resisterà in giudizio», più semplicemente vuol dire che sarà parte attiva nel ricorso presentato dalla Saras contro la sentenza del Tar che aveva bocciato il progetto che prevede la nascita di un pozzo esplorativo per valutare la presenza di idrocarburi per la produzione di energia nel sottosuolo di Arborea nella zona di S’Ena Arrubia.

Qualche mese fa il Tar aveva bocciato la richiesta della Saras, ritenendola non in linea con il Piano paesaggistico regionale e valutando che l’avvio delle esplorazioni non potesse considerarsi come slegato rispetto ad un progetto più ampio e successivo che avrebbe compreso anche lo sfruttamento del sottosuolo di Arborea in maniera industriale per la produzione dell’energia. La Saras, incassato il colpo, ha deciso di non fermarsi ritenendo non valide le motivazioni e riassumendo in una sessantina di pagine i motivi del suo ricorso all’ultimo grado della giustizia amministrativa.

Al Consiglio di Stato l’azienda non sarà però sola. Il Comune non ha la minima intenzione di lasciar fare e così la giunta guidata dal sindaco Manuela Pintus ha scelto di schierarsi dall’altra parte della barricata affidando agli avvocati Mauro Barberio e Stefano Porcu l’incarico di rappresentare l’ente locale. «La documentazione presentata da Saras Spa – spiega la giunta in un documento –, ricalca la stessa linea difensiva risultata già perdente dinanzi agli uffici del Servizio Savi e nel successivo ricorso presentato al Tar. L’ipotesi secondo cui il pozzo esplorativo si debba considerare slegato dalla successiva fase produttiva è già stata respinta, mentre appaiono altrettanto deboli e stucchevoli le ulteriori motivazioni addotte da Saras».

«Non siamo stupiti, Saras continua sulla stessa linea degli ultimi quattro anni, affermando di voler difendere i propri azionisti, ma tralasciando ancora una volta la parola comunità tra quelle meritevoli di tutela – dichiara il Sindaco Pintus –. È un tentativo più formale che sostanziale: il fatto stesso che si parli di questo ricorso come di un atto dovuto, lascia intendere che probabilmente nemmeno la società creda più nella sua realizzazione».

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