La Nuova Sardegna

Oristano

Caseificio verso il rilancio, il Comune cerca privati

Maria Antonietta Cossu
Caseificio verso il rilancio, il Comune cerca privati

Busachi, l’amministrazione promuove l’idea di una filiera corta del formaggio La struttura, realizzata nel 2009, è sottoutilizzata e rischia il decadimento

20 gennaio 2016
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BUSACHI. Il Comune rilancia l’idea di una filiera corta del formaggio. Dopo i due tentativi falliti in precedenza, l’amministrazione mette nuovamente il caseificio artigianale realizzato nel 2009 a disposizione di imprenditori e operatori del settore interessati alla trasformazione della materia prima e alla vendita diretta dei derivati. L’offerta è rivolta a soggetti privati, imprese collettive e in generale a chiunque sia potenzialmente in grado di gestire la struttura di Giolantine, il vecchio mattatoio riqualificato e riconvertito in centrale del latte con i fondi di una vecchia annualità della 37. In linea con le finalità della vecchia legge sullo sviluppo e sull’occupazione locale il Comune aveva progettato anche un blocco da adibire alla lavorazione del formaggio e alla vendita del prodotto finito. Un investimento sui 250mila euro, costo che l’ente locale non è mai riuscito ad ammortizzare. In questi anni, infatti, la struttura ha funzionato soltanto come centro per il conferimento del latte e per un numero sempre più esiguo di allevatori. Oggi sono pochissimi i pastori che utilizzano il centro di raccolta del latte; nella maggior parte dei casi gli imprenditori agricoli conferiscono nelle proprie aziende alle autobotti della cooperativa di trasformazione o dell’industriale di turno. L’immobile è quindi notevolmente sottoutilizzato rispetto alle sue potenzialità e il rischio è che con una prolungata inattività vada incontro a un inesorabile decadimento. Una prospettiva cui l’amministrazione locale non intende rassegnarsi. «Vogliamo capire se ci può essere ancora un interesse a gestire il caseificio –, ha detto il sindaco Giovanni Orrù ricordando cosa in precedenza non avesse funzionato: «In passato si erano fatti avanti alcuni soggetti privati che avevano persino visitato la struttura. Ma di fronte all’obbligo di assumere due lavoratori a tempo pieno e uno part-time che presupponeva la gestione, si erano tirati indietro perché non in grado di far fronte a quell’impegno». L’indagine di mercato appena avviata è l’ultima spiaggia per il Comune prima di pensare di scrutare nuovi orizzonti. «Verifichiamo se c’è qualche possibilità di affidare a terzi la struttura. Se fallirà anche questo tentativo, piuttosto che vederla cadere a pezzi cambieremo la destinazione d’uso – ha svelato il sindaco, che dovrà studiare un modo per ridurre al minimo le perdite –. In quel caso – ha ipotizzato Orrù –. Venderemo i refrigeratori e tutte le altre attrezzature o, se non sarà possibile, le cederemo a qualche associazione con finalità sociali».

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