La Nuova Sardegna

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L’arzanese Trudu per tre mesi a Massama

ORISTANO. «Tre mesi nell'Istituto Penitenziario di Oristano-Massama per poter effettuare regolari colloqui con i familiari. Li ha disposti il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria a favore...

16 febbraio 2016
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ORISTANO. «Tre mesi nell'Istituto Penitenziario di Oristano-Massama per poter effettuare regolari colloqui con i familiari. Li ha disposti il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria a favore di Mario Trudu, l'ergastolano di Arzana in carcere dal 1978. Un'apertura significativa e importante che sembra far sperare in un definitivo trasferimento dell'anziano detenuto in Sardegna, nel rispetto della territorialità della pena».

Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell'associazione "Socialismo Diritti Riforme" ricordando che «Trudu, attualmente recluso a San Gimignano, da molti anni chiede insistentemente di poter continuare a mantenere i rapporti affettivi con la sorella gravemente ammalata».

"Mario Trudu era stato condannato all'ergastolo. La misura è stata però successivamente trasformata in “ostativa”, cioè il suo “fine pena mai” esclude – sottolinea Caligaris – la possibilità di usufruire di qualsiasi beneficio penitenziario. Nel frattempo tuttavia l'uomo ha studiato conseguendo il diploma e ha pubblicato un libro "Totu sa beridadi - Tutta la verità" in cui ricostruisce la sua vita da giovane pastore fino alle vicende giudiziarie e ribadisce la sua innocenza relativamente al sequestro dell'ingegner della Ferrari Giancarlo Bussi, per il quale venne condannato la prima volta».

«Trudu non chiede la libertà ma soltanto di poter restare in Sardegna. Nel 2012 con un'ordinanza il Tribunale di Sorveglianza di Perugia aveva invitato il responsabile della Direzione Generale Detenuti e Trattamento del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria ad “adottare ogni provvedimento amministrativo necessario a tutelare l'esigenza di regolare svolgimento di colloqui con i propri familiari rappresentata da Mario Trudu”. L'auspicio è – conclude la presidente di SDR – che finalmente il DAP accolga la sua richiesta e possa restare almeno a Oristano».

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