La Nuova Sardegna

Oristano

Ex Isola esclusa dai fondi: c’è un ricorso in arrivo

di Enrico Carta
Ex Isola esclusa dai fondi: c’è un ricorso in arrivo

Quell’accordo informale che ha tenuto fuori il Comune dai finanziamenti Ora una richiesta di accesso agli atti sembra preludere a un passo ulteriore

18 febbraio 2016
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ORISTANO. Tra le motivazioni meno solide di richieste di finanziamento respinte che sin qui si fossero viste, arriva anche quella dell’esistenza di un «accordo informale». Niente carte scritte, solo parole. Sembra un po’ leggera come spiegazione eppure il Comune di Oristano in accordo con quello di Mogoro avevano visto finire fuori classifica la loro richiesta di finanziamento per i locali dell’Ex Isola di via Cagliari. Entrambi, per edifici diversi, avevano partecipato al bando regionale che a dicembre ha elargito svariati milioni di euro a Comuni dell’Oristanese e dell’intera Sardegna.

Era il bando per “l’erogazione di contributi agli investimenti per la progettazione o la realizzazione di opere necessarie alla rifunzionalizzazione di beni del patrimonio disponibile della Regione da concedere in comodato d’uso” e Oristano aveva pensato di acquisire il centro pilota dell’ex Isola, società regionale oggi dismessa che ha però ancora alcune delle sue strutture in funzione. Tra queste c’è proprio quella di via Cagliari, dove, stando al progetto respinto sarebbe dovuto nascere un polo per la valorizzazione dell’artigianato locale.

Il bando garantiva un punteggio maggiore per la riqualificazione del patrimonio nel caso in cui venissero valorizzate le produzioni dell’artigianato locale. Niente di più azzeccato, allora. Sembra che tutto possa andare per il meglio, invece dalla Regione arriva una bocciatura: Oristano è fuori dalla graduatoria dei progetti ammessi al finanziamento. Il motivo risiede proprio in quegli «accordi informali» per i quali l’edificio non è disponibile. A farne richiesta è stato l’Ente Foreste che, già ospitato al primo piano dello stabile, dove dal 1999 opera la Ceramica Maestri d’Arte la quale svolge regolare attività di produzione, promozione e vendita di artigianato artistico con più di quaranta aziende regolarmente iscritte, lo vorrebbe utilizzare per intero.

Di più, trattandosi di accordi informali non è dato sapere, ma questa bocciatura ha tanto il suono del ricorso in arrivo. Nei giorni scorsi l’associazione culturale Artimanos che fa parte della rete dei centri della tradizione artigiana ha infatti chiesto l’accesso agli atti alla Regione. È chiaramente il primo passo di qualcosa che non si fermerà alla risposta che si può trarre dalle semplici carte sin qui richieste.

A proposito di richieste suona strana proprio quella dell’Ente Foreste che ha sì in comodato d’uso gratuito il primo piano dello stabile di via Cagliari, ma nel frattempo ha speso quasi due milioni per ristrutturare la propria sede di Massama. Le stranezze, come fa notare la presidentessa di Artimanos, Angela Zoccheddu, non sono mica finite qui perché la delibera regionale che consente all’Ente Foreste di occupare temporaneamente i locali di via Cagliari sino ad aprile del 2016. Il gong sta quindi per suonare, per cui anche questo non sarebbe da considerare come un ostacolo.

C’è dell’altro ed è forse l’aspetto più importante del quale però non si è tenuto conto. Una serie di atti pubblici e di delibere dicono chiaramente che la struttura è vincolata e deve avere quale unico fine quello della valorizzazione dell’artigianato artistico. E allora c’è qualcosa che non torna e forse non tornano nemmeno i conti di quella graduatoria finale.

«Una politica regionale sensata che poco tempo fa ha investito fondi per sponsorizzare il Cagliari Calcio nell’ottica di una riqualificazione generale del marchio Isola, dovrebbe evitare per contro di danneggiare uno dei pochi centri rimasti attivi a favore di un ente che oltre ad aver appena speso quasi due milioni per ristrutturare la propria sede, destinerebbe l’edificio a uffici o sala conferenze. Quella è una struttura nata e vincolata per l'artigianato artistico», conclude Angela Zoccheddu.

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