La Nuova Sardegna

Oristano

Bimbi rom a scuola, nuovo faccia a faccia tra sindaco e famiglie

di Cristina Diana
Bimbi rom a scuola, nuovo faccia a faccia tra sindaco e famiglie

San Nicolò Arcidano, Emanuele Cera fa visita al campo Polemiche sull’iscrizione alla scuola dell’infanzia

21 febbraio 2016
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ARCIDANO. La convivenza è un’arte delicata da costruire. La lettera inviata dal sindaco Emanuele Cera ai capi famiglia del campo rom per richiamarli al rispetto di alcune regole, prima fra tutti l’iscrizione dei propri figli a scuola, sta facendo discutere. Antonello Pabis presidente dell’Associazione sarda contro l’emarginazione esprime, ad esempio, qualche perplessità sull’utilità dei toni usati dal primo cittadino per raggiungere un accordo con la comunità rom: «Sembrerebbe che il sindaco non abbia ancora imparato le buone maniere. Sorvolo sulla frequenza della scuola dell’obbligo, rispetto alla quale esistono delle precise procedure a tutela dei diritti dell’infanzia tra cui quello all’istruzione scolastica. Non si può invece tacere sulla parte riguardante l’iscrizione alla scuola dell’infanzia. Prima ammette che quella frequenza non è obbligatoria e poi conclude che la mancata iscrizione dei bambini a quella scuola non verrà tollerata. Possiamo pensare che il suo desiderio di trasformare una facoltà in obbligo, sia in questo caso motivata da una voglia di integrazione forzata. E allora ci si domanda: quali fatti può compiere per costringere i genitori che non lo desiderano ad iscrivere comunque i loro bimbi ad una scuola facoltativa? Nessuno».

Ma Emanuele Cera che ancora ieri ha fatto visita alle famiglie rom non pensa che i modi, a tratti bruschi, siano di ostacolo nei rapporti tra il Comune e la comunità: «Ho avuto diversi faccia a faccia, mi hanno offerto il caffè e c’è molta cordialità. Forse i miei modi sembrano bruschi, ma non mi rimangio nulla, perché il rapporto è comunque corretto e c’è dialogo». Il primo cittadino poi spiega: «Qualcuno di loro cerca di giustificare la situazione della scarsa frequenza scolastica, io non so cosa facciano quando non sono a scuola, ma non si può prescindere dalla scuola. È fondamentale anche quella dell’infanzia perché serve per iniziare un processo di istruzione, altrimenti alle elementari si trovano spiazzati, con l’uso della lingua e per via dei comportamenti e allora sì che l’integrazione diventa più faticosa».

Ma quali sono i numero attuali della frequenza dei ragazzi Rom? «Non parliamo di percentuali, ma se la scuola mi ha fatto presente la situazione è perché il problema c’è, per questo non voglio sentire ragioni. I bambini devono andare a scuola per il loro bene. Già alcune famiglie lo fanno, ma devono farlo tutte – conclude Emanuele Cera –. Sembra strano ad alcuni, ma la mia richiesta ha già avuto degli effetti. Alcuni genitori hanno già iscritto i figli nella scuola dell’infanzia, una risposta c’è stata, Non stiamo chiedendo niente di assurdo, ma regole di normale convivenza civile».

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