La Nuova Sardegna

Oristano

Sparò contro la casa di un fratello, condanna a 16 mesi

di Enrico Carta
Sparò contro la casa di un fratello, condanna a 16 mesi

Siamanna, aveva esploso alcune fucilate verso la facciata Massimo Obinu si era costituito qualche ora dopo la fuga

25 febbraio 2016
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SIAMANNA. Il reato è triplice, come la storica intesa che in questo caso è rimasta assai lontana dalla casa di via Cavour di Siamanna abitata da Silvano Obinu. La sera del 9 gennaio, il fratello Massimo, che ieri è stato condannato a un anno e quattro mesi, l’aveva individuata come il bersaglio delle proprie fucilate e ne aveva divelto la porta dopo aver condito l’improvvisa irruzione con una serie di improperi lanciati contro quel fratello con cui da tempo non corre buon sangue.

Dopo aver compiuto questo gesto carico di rabbia e frutto di rapporti ormai logori con gli altri familiari, Massimo Obinu era fuggito. Solamente attraverso la mediazione del comandante della stazione dei carabinieri di Villaurbana si era convinto a costituirsi alcune ore più tardi. Inizialmente però l’allevatore e agricoltore di 46 anni non aveva fatto ritrovare il fucile a canne mozze che aveva abbandonato durante la fuga. Solo il giorno dopo l’arresto indicò il luogo in cui si era disfatto dell’arma. Questa collaborazione gli è valsa le attenuanti concesse dal giudice. Le aveva richieste l’avvocato difensore Massimiliano Carta e queste hanno portato alla pena finale, arrivata al termine del processo per direttissima iniziato oltre un mese fa e concluso ieri mattina di fronte al giudice Andrea Mereu.

Il pubblico ministero Rossella Spano, che contestava i reati di danneggiamento, violazione di domicilio e porto abusivo di arma comune da sparo, aveva sollecitato una pena superiore a quella poi comminata. Chiedeva a un anno e otto mesi non ritenendo attribuibili le attenuanti all’imputato. Intanto al processo per direttissima celebrato con la modalità del rito abbreviato, il fratello Silvano, che aveva subito l’assedio alla sua casa si è costituito parte civile assistito dall’avvocato Mario Gusi.

Resta in sospeso la questione dell’arma che era stata ovviamente sequestrata. È un corpo di reato in possesso alla procura che ora dovrà valutare se contestare ulteriori reati allo stesso Massimo Obinu.

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