La Nuova Sardegna

Oristano

attacco ad abbanoa

Dieci giorni senz’acqua L’assessore: «Vergognoso»

ORISTANO. La situazione viene definita con una parola: «Vergognosa». Dopo i giorni del silenzio, forse anche pressati dalle proteste e dalla continua necessità di far fronte per primo a un’emergenza...

14 marzo 2016
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ORISTANO. La situazione viene definita con una parola: «Vergognosa». Dopo i giorni del silenzio, forse anche pressati dalle proteste e dalla continua necessità di far fronte per primo a un’emergenza di cui altri si dovrebbero occupare, il Comune usa stavolta toni piuttosto accesi per la questione dell’interruzione dell’erogazione dell’acqua a scopi alimentari. È l’assessore ai Lavori pubblici Efisio Sanna a tirare bordate contro Abbanoa che, negli ultimi tempi, ha lasciato più di una volta il Comune capoluogo alle prese con grattacapi non certo secondari.

I disagi, prima ancora dei fatti degli ultimi giorni, erano iniziati alcune settimane fa con la rottura della condotta durante i lavori lungo la strada 292. Erano rimasti a secco nel bel mezzo della notte Massama e Nuraxinieddu, oltre al carcere con i suoi ospiti. E il problema era durato oltre un giorno.

Adesso è arrivata la doccia fredda della presenza di ferro e alluminio in quantità superiore al consentito e dei batteri alle sorgenti di Santu Lussurgiu. Questo ha causato la non potabilità dell’acqua che però dura da un po’ troppi giorni (dieci). Così l’assessore Efisio Sanna, per quanto il sindaco abbia usato toni più morbidi, non risparmia le critiche ad Abbanoa: «È vergognoso quello che sta accadendo e siamo al paradosso di dover dire che la siccità ci ha dato una mano. Se fosse piovuto molto per tutto l’inverno cosa sarebbe successo? Il Comune è l’interfaccia per i cittadini, le lamentele e le proteste ricadono tutte su di noi che però non abbiamo responsabilità dirette né su quanto sta accadendo né sulla gestione della risorsa idrica. E ancora più grave è il fatto che le comunicazioni da parte di Abbanoa in tutti questi giorni siano state davvero pochissime. Ma a questo punto è meglio che corrano ai ripari senza parlare». (e.c.)

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