La Nuova Sardegna

Oristano

Per il minicaseificio speranze di apertura Quattro candidature

di Maria Antonietta Cossu
Per il minicaseificio speranze di apertura Quattro candidature

Busachi, il Comune prepara il bando per affidare la gestione La struttura potrebbe anche dare risposte occupazionali

18 marzo 2016
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BUSACHI. Il terzo tentativo potrebbe essere quello buono per dare un senso agli investimenti fatti sul minicaseificio di Giolantine. Ci sono quattro potenziali candidati per la struttura del Comune, che ora metterà a punto un bando per affidare la gestione. L’interesse mostrato da alcuni operatori privati della zona e di territori extraprovinciali ha riacceso le speranze dell’amministrazione, che nell’eventualità di un altro insuccesso sa già di dover valutare soluzioni alternative.

Dai primi contatti intercorsi tra le parti sembra esistano i presupposti per andare fino in fondo alla strada intrapresa dalla vecchia giunta quando decise di scommettere sulle prerogative di uno dei settori trainanti dell’economia locale riconvertendo l’ex mattatoio in un centro di stoccaggio e di trasformazione del latte.

«Siamo fiduciosi, abbiamo ricevuto manifestazioni d’ interesse da soggetti che hanno le professionalità giuste ed esperienza nel settore», ha commentato il sindaco Giovanni Orrù, che con il gruppo di maggioranza ha concordato gli indirizzi su cui l’area gestionale dovrà imbastire l’impianto della gara d’appalto.

«Abbiamo modificato alcune condizioni per facilitare l’assegnazione della struttura e la conduzione. Ad esempio, abbiamo prolungato la convenzione da cinque a otto anni perché si tratta di un investimento di lungo periodo. Inoltre la concessione sarà a titolo gratuito per il primo anno, a compensazione di alcuni interventi di manutenzione a carico del futuro gestore». Concessioni fatte nell’ottica di convenienza e utilità reciproche. «Stiamo lavorando perché si riesca a mandare in porto il progetto – ha affermato Orrù –. Vogliamo che qualcuno utilizzi il minicaseificio, altrimenti dovremo cominciare ad interrogarci su cosa farne e vedo poche strade per una riconversione».

A parte le prospettive di ammortizzare i costi e dell’uso razionale di un bene diversamente destinato a una prolungata chiusura, il Comune confida anche sulle ricadute economiche e occupazionali che si concretizzerebbero con l’eventuale apertura del centro di trasformazione e del punto vendita del prodotto finito.

L’affidamento del caseificio, infatti, è subordinato anche all’assunzione di un lavoratore a tempo pieno e indeterminato o di due unità part-time a tempo indeterminato residenti a Busachi. Il canone dovuto al Comune per tutta la durata della convenzione è di 39mila euro.

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