Pescano i ricci e buttano i gusci nel bosco
Cabras, lungo lo sterrato che costeggia lo stagno e fino a Pauli ‘e Sali tante discariche abusive
CABRAS. È uno dei problemi storici di Cabras. Nonostante la pesca del riccio sia una delle pratiche tradizionali, oltre che una fonte di reddito per molti pescatori, lo smaltimento dei gusci degli echinodermi dalle uova prelibate è ancora affidato al caso e all’improvvisazione. Per arginare il fenomeno non è bastato nemmeno l’intervento, e la megamulta comminata dalle guardie forestali, ai danni di due pescatori di ricci sorpresi a scaricare gli scarti della lavorazione sulle sponde del Tirso.
Nonostante la pessima figura e la robusta sanzione, tanti colleghi continuano a emularne le gesta. Il risultato della carenza di senso civico e della maleducazione è visibile lungo la stradina sterrata che costeggia lo stagno e si spinge fino alle località “Gragori” e “Pauli’e Sali”.
Per intercettare le discariche è sufficiente superare i primi metri della stradina e, dopo le buche allagate dalla pioggia, il panorama che si presenta è quello tipico delle periferie degradate.
Sotto i boschetti di eucaliptus c’è di tutto: plastica, eternit, sanitari, vestiti, scarpe, materassi e, ovviamente, montagne di gusci di ricci di mare. Un presenza che, anche se passasse inosservata, verrebbe comunque scoperta per via dell’olezzo che emana e per i nugoli di insetti che ci ronzano attorno.
Le discariche di ricci, e di altri materiali, sono più di una e aumentano di frequenza mano mano che ci si allontana dal paese e ci si inoltra in una zona dal delicato equilibrio ambientale che dovrebbe essere tutelata da una lunga lista di convenzioni naturalistiche. Dettagli che, evidentemente, non preoccupano i pescatori che scaricano abusivamente i resti dei ricci a due passi dallo stagno.
Claudio Zoccheddu