La Nuova Sardegna

Oristano

Da Oristano a New York, 16 studenti ambasciatori all'Onu

Tecla Biancolatte
I ragazzi del liceo De Castro di Oristano
I ragazzi del liceo De Castro di Oristano

L'esperienza dei ragazzi del liceo De Castro: un weekend nel Palazzo di Vetro a lavorare come delegati grazie al programma di simulazione Change the world. Abbiamo raccolto le loro voci in diretta

21 marzo 2016
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NEW YORK. Al quarto piano del palazzo dell'Onu di New York, diciassette ragazzi sardi pranzano di domenica dopo aver lavorato nelle commissioni come delegati. Sono al Palazzo di Vetro per Change the world, il programma che riproduce il funzionamento dell'Onu a cui dal 18 al 20 marzo hanno partecipato 1600 studenti da tutto il mondo. Loro si chiamano Francesco Massita, Daniele Putzu, Anna Maxia, Ilaria Locci, Lucrezia Aramu, Enrico Torluccio, Silvio Saddi, Maria Chiara Puggioni, Giulia Ioru, Alessandro Pippia, Giorgio Borsato, Giulia Piras, Laura Farci, Maria Elena Lasiu, Sofia Carboni. I primi sedici sono del liceo De Castro di Oristano. L'ultima è del liceo Euclide di Cagliari. Ad accompagnarli la professoressa Rita Sanna.

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Hanno vissuto un weekend intenso. Sono volati fino alla Grande Mela, si sono ritrovati in un albergo gigante con coetanei provenienti da 90 paesi e hanno messo piede nel palazzo delle Nazioni Unite dove si decidono le sorti del mondo. Una volta dentro, il tempo è volato. Hanno ascoltato gli interventi di benvenuto dell'ex premier Enrico Letta, del direttore di Limes Lucio Caracciolo, dell'ex sindaco di Milano Letizia Moratti, e poi nelle varie commissioni hanno lavorato sul tema "democrazia e social media". Si sono confrontati con gli altri delegati, hanno cercato alleati e sponsor, hanno scritto risoluzioni.

All'ora di pranzo di domenica la simulazione è finita, e a tavola si tirano le somme. Maria Elena, 18 anni, è amareggiata: non è riuscita a presentare la sua risoluzione davanti a tutti, perché il tempo non è bastato:"Ho fatto un gran lavoro e poi non ho potuto fare il discorso". Comunque l'esperienza le piace molto, e anche gli altri compagni di scuola concordano.

Per Francesco e Daniele, che hanno solo 14 anni, è stato bello ma faticoso. "Quelli più grandi di noi erano più pronti, più preparati, e sapevano parlare inglese un po' meglio", ammette Daniele. Le ragazze aprono un dibattito sul grado di preparazione scolastica degli altri paesi. Sofia l'anno scorso è andata a studiare negli Stati Uniti e parla di un sistema scolastico molto diverso da quello italiano ma non per questo migliore. Intanto negli States, a detta della cagliaritana, si studia di meno. "Mica come da noi che ci riempiono di compiti", interviene Anna. Parte allora il confronto sulla mole di versioni di greco e latino che si trovano ad affrontare ogni giorno. A un certo punto qualcuno parla dell'ariosto e qualcun altro ribatte: "No l'ariosto no, vi prego, cambiamo argomento".

I potenziali futuri ambasciatori passano a un tema consono all'età: la movida. Si chiedono dove fare le ultime cene a New York, dove andare a ballare. Poi si torna a parlare dell'Onu. Maria Carta, 15 anni, è molto soddisfatta perché ha parlato in pubblico ed è andata bene. "Ho messo in pratica quello che ci hanno insegnato nei corsi preparatori - racconta - per esempio l'importanza del linguaggio del corpo per far arrivare meglio il messaggio, torno a casa con una maggiore sicurezza".

Finiti i panini, si va tutti in assemblea generale per la cerimonia di chiusura. Ospite speciale, Andrea Pirlo, che scatena cori da stadio. Si termina con le premiazioni dei migliori delegati. Fra loro non c'è nessun sardo. Alla domanda se sono rimasti male, i ragazzi sorridono e dicono di no. "I vincitori erano bravissimi - dice Maria Elena - va bene così. Sarà per l'anno prossimo".

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