La Nuova Sardegna

Oristano

L’Unione ciechi a favore dell’area pedonale

L’Unione ciechi a favore dell’area pedonale

Il presidente Aldo Zaru: «Ormai le città non sono più a misura d’uomo, ma d’automobile»

24 marzo 2016
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ORISTANO. «Oggi le città non sono più a misura d’uomo, ma a misura d’automobile». Anche l’Unione italiana ciechi interviene nella discussione sull’ipotesi di allargare l’area pedonale ad altre vie del centro storico. Ipotesi da tempo sostenuta dal sindaco Guido Tendas, ma contestata aspramente dai commercianti che temono che l’allontanamento delle autovetture dal centro possa avere solo ricadute negative per i negozi. Aldo Zaru, presidente dell’Unione ciechi, non critica la posizione dei commercianti: «Sottolineano legittimamente i rischi economici per le proprie attività - scrive -. D’altro canto non si può continuare a far finta di niente di fronte all’uso smodato delle autovetture, alla loro invadenza, alla prepotenza di alcuni automobilisti, ai conseguenti rischi per chi va a piedi e tra questi, i portatori di handicap che hanno difficoltà a muoversi», scrive nella nota che denuncia tutte le difficoltà che i pedoni, e non solo i portatori di handicap, devono affrontare a Oristano.

«Marciapiedi stretti e pieni di ostacoli, pavimentazione irregolare e sconnessa, radici di alberi, segnaletica verticale invadente o comunque mal sistemata, automobili parcheggiate dove non si potrebbe, scarso rispetto del codice della strada e, da parte di certi automobilisti, di chi vuole ancora usare le gambe per muoversi: questi sono i percorsi stile Dakar che quotidianamente i poveri pedoni devono fare il traguardo di casa propria», si legge. «Se poi il povero pedone è anche persona portatrice di handicap, il problema della sua mobilità, obbligatoriamente lenta, diventa tragedia».

Zaru aggiunge: «Ogni giorno riceviamo segnalazioni e lamentele dai nostri soci e di cittadini. Tutto questo nonostante gli indubbi sforzi, anche finanziari, che l’attuale amministrazione sta coraggiosamente facendo. Diversi interventi di manutenzione, allargamenti di marciapiedi almeno nel centro cittadino, la stessa ipotizzata chiusura al traffico del centro storico sono prove del suo impegno in questo senso».

La nota continua ricordando gli effetti che l’utilizzo, a volte eccessivo, dell’automobile, ha sull’ambiente e in particolare sull’aria delle città, ma anche sulla salute delle persone: «Questo stile di vita fatto di poca attività fisica, di pigrizia, di obesità, di malattie cardiocircolatorie, di nevrosi varie si sta trasformando in una vera emergenza».

Da qui la richiesta dell’Unione ciechi di poter esprimere un proprio parere su un progetto importante come il piano del traffico. «Il diritto a spostarsi liberamente e dovunque è imprescindibile e va tutelato in ogni forma. Una città non può aver spazio unicamente per i mezzi meccanici».

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