La Nuova Sardegna

Oristano

ASL, BIGLIETTO DA VISITA INADEGUATO

di ENRICO CARTA

di ENRICO CARTA Non è solo una questione di ordine o, meglio, di disordine. Eppure anche le apparenze in certe situazioni valgono molto più di quel che si pensi. È come se si desse un biglietto da...

27 marzo 2016
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di ENRICO CARTA

Non è solo una questione di ordine o, meglio, di disordine. Eppure anche le apparenze in certe situazioni valgono molto più di quel che si pensi. È come se si desse un biglietto da visita strappato o macchiato dal caffè a un cliente col quale si vogliono fare affari. È come se ci si presentasse ad un importante colloquio di lavoro con la faccia sporca. Magari le capacità di chi deve essere esaminato sono elevatissime, magari è la persona perfetta per quel posto di lavoro, ma le sue chance di avere credibilità in quel momento si riducono di molto. Alla stessa maniera, o forse è anche peggio perché si sta parlando di un servizio importante come quello della Sanità, il caso delle carrozzine e dei presidi sanitari, accatastati un po’ come capita nella sede della Asl di via Carducci, va molto oltre le questioni di facciata. Di fronte a un ammasso di ferraglie dimenticate in un angolo, viene da riflettere.

I presidi sanitari, che la Asl mette a disposizione dei propri pazienti seppure con qualche lungaggine burocratica che frena l’alta professionalità e cortesia di chi invece gestisce il servizio, hanno infatti un costo. Si suppone anche che quel costo sia notevole e che, almeno per il fatto che sono strumenti che devono essere utilizzati da chi è in momentanea o perenne condizione di disagio fisico, tutto quel materiale non vada trattato con una sufficienza che lascia perplessi in anni in cui i tagli alla spesa sanitaria, la “razionalizzazione” dei servizi e la caccia agli sprechi sono una costante. Nella catasta ce ne saranno di inutilizzabili, ma abbandonati in uno spazio aperto, anche quelli ancora utilizzabili potrebbero fare una brutta fine. È un po’ come se si buttassero nella cesta dei panni sporchi anche quelli puliti.

Ma c’è anche dell’altro. È vero che la Asl a questa situazione ha provato a porre rimedio. Già da alcuni mesi sta tentando di affidare ad una ditta esterna la gestione di tutto questo materiale. La gara però è andata deserta una prima volta e ora l’Azienda sanitaria ci proverà una seconda. Questo fatto finisce nel libro delle buone intenzioni, ma genera inevitabilmente un’altra domanda: possibile che sia necessario spendere dei soldi per gestire un deposito simile? Non sarebbe più logico affidarsi alle risorse interne? Evidentemente, no.

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