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Alcol e donne al Samaritano, i vertici erano preoccupati

Alcol e donne al Samaritano, i vertici erano preoccupati

ARBOREA. Chi gestiva la comunità Il Samaritano sapeva che le cose non stavano andando per il verso giusto. Al processo che vede coinvolto il sacerdote don Giovanni Usai, responsabile della struttura,...

08 aprile 2016
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ARBOREA. Chi gestiva la comunità Il Samaritano sapeva che le cose non stavano andando per il verso giusto. Al processo che vede coinvolto il sacerdote don Giovanni Usai, responsabile della struttura, e di Gabriel Imasidou Osarhewinda, ex ospite, la testimonianza di colui che poteva essere considerato come il direttore ovvero Gianni Capparelli, diventa nuovo motivo di scontro tra accusa e difesa. Il factotum della casa che ospitava detenuti che stavano scontando pene alternative a quelle del carcere risponde alle domande del pubblico ministero Marco De Crescenzo e inizialmente dice di non aver mai sentito parlare di episodi di frequente ubriachezza tra gli ospiti o, peggio ancora, di prostituzione. Quando però arriva la contestazione da parte del pubblico ministero, il testimone fa memoria. Le dichiarazioni rilasciate nel momento in cui l’inchiesta deflagrò vengono allora confermate. Gianni Capparelli dice che aveva parlato assieme a don Usai e ad altri responsabili di frequenti episodi che vedevano come protagonisti i detenuti in regime di semi libertà. L’alcol girava a fiumi e c’era chi parlava anche di prostituzione, con alcune delle ospiti che accoglievano persone che nemmeno erano ospiti del Samaritano.

La difesa affidata agli avvocati Anna Maria Uras, Franco Luigi Satta e Carlo Figus ha a sua volta rimarcato come inizino a essere molte le discrepanze tra ciò che viene detto in aula e numerosi verbali che contengono le dichiarazioni rilasciate dai testimoni durante la fase delle indagini.

Sarà lavoro per il collegio presieduto dal giudice Carla Altieri, a latere Francesco Mameli ed Elisa Marras, che hanno fissato per il 12 maggio la prossima udienza. Don Giovanni Usai è accusato di aver favorito la prostituzione al Samaritano, ma soprattutto di aver abusato di una ospite che è parte civile assistita dall’avvocato Francesca Ferrai.

Enrico Carta

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