La Nuova Sardegna

Oristano

Tresnuraghes, lavori al polo culturale

Tresnuraghes, lavori al polo culturale

Dopo il restauro di Casa Deriu, presto sarà aperta l’area archeologica di Nuraghe Nani

15 aprile 2016
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TRESNURAGHES. Casa Deriu è pronta per dare vita ad un polo culturale che prevede la valorizzazione a fini di richiamo turistico del patrimonio storico materiale e immateriale del paese della Planargia. «Terminati i lavori di restauro di “Casa Deriu”, già “Casa Zedda Athene”, la struttura accoglierà la documentazione sui diritti umani del centro “Mastinu - Marras” e ospiterà un allestimento con gli arredi originali dell’XI e primi decenni del XX secolo appartenenti alla famiglia. A breve sarà aperta ai visitatori insieme all'area archeologica di “Nuraghe Nani” annunciano dal comune guidato dal sindaco Salvatore Angelo Zedda. Si avvia quindi alla conclusione la prima annualità del progetto di valorizzazione voluto dall’amministrazione civica e curato da un equipe di professionisti, tra i quali Piero Tonio Pinna. «La prima fase del lavoro – spiega Pinna – ha visto gli archeologi operare su due franti distinti: da una parte lo studio dell’area archeologica del Nuraghe Nani e dall’altra la catalogazione e lo studio del materiale storico e documentario della Casa Deriu, antica casa signorile del paese». Il nuraghe Nani rappresenta una delle testimonianze meglio conservate del periodo protostorico a Tresnuraghes, malgrado il monumento non sia mai stato oggetto di scavi sistematici o studi strutturali approfonditi. «La sua costruzione risale presumibilmente al periodo tra il XIV e il X secolo A.C., si tratta di un nuraghe bilobato, connesso ad un villaggio di capanne sorto in prossimità del vicino corso d’acqua» alcune note storiche. Grazie alla pulizia dell’area sono quindi tornate alla luce la struttura della torre e buona parte del villaggio nuragico, che attendono a questo punto di essere finalmente valorizzate. Insieme a Casa Deriu, dove «il lavoro ha visto lo studio, catalogazione ed inventariazione del materiale esistente. L’edificio infatti conservava un corpus di beni del XVII-XIX secolo appartenuti alla famiglia: circa 500 documenti databili tra la fine del ‘600 e i primi decenni del ‘900; un fondo librario, ancora in fase di inventariazione, con circa 1000 volumi, e numerosi oggetti di vita quotidiana, fra i quali un calesse in buone condizioni», spiega Pier Tonio Pinna. Materiale ed oggetti che fra poco saranno a disposizione del pubblico, mentre l’antica dimora ospiterà anche la sede del Centro di documentazione e di iniziativa per la difesa dei diritti umani, Onlus intitolata ai desaparecidos Martino Mastinu e Mario Bonarino Marras. Che faranno di Casa Deriu il fulcro della integrazione e collaborazione fra le realtà culturali del paese “Al fine di creare un unico polo che garantisca la conservazione della memoria storica, valorizzando tutte le professionalità presenti” conclude Pier Tonio Pinna. (al.fa.)

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