Azienda all’asta, scatta la rete di solidarietà
Allevatore di Oristano rischia di perdere tutto: con lui un’associazione di cittadini. Pronte azioni legali
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ORISTANO.
Più di due mesi fa aveva scritto alla direzione nazionale della banca presso la quale aveva acceso il mutuo e che ora gli ha messo all’asta la sua proprietà, ma anche alla Consob, al presidente della Giunta regionale, all’assessore all’Agricoltura e al presidente del Tribunale Oristano. Nessuno gli ha risposto e questo pomeriggio, la sua azienda agricola, sarà venduta all’asta. Tutto per un debito sospeso di meno di 30mila euro. Questa volta però Vincenzo Serra, allevatore di Oristano che per un piano di rientro negatogli dalla banca non può più saldare il proprio debito e rischia di perdere tutto, è meno solo. Al suo fianco si è schierata una associazione spontanea di cittadini, composta fra gli altri, da Maria Ignazia Massa, Paola Manconi e Maurizio Fanni, che hanno deciso di sostenerlo in una che gli stessi volontari definiscono «difficile, ma non impossibile». Certo, la speranza è che anche l’asta di stasera, la quarta in ordine di successione, vada deserta, così da permettere di poter avviare una serie di iniziative legali per far in modo che l’intera vicenda si possa chiarire. Sposato, padre di due figli «che non hanno potuto continuare gli studi a causa dei nostri problemi finanziari», racconta l’allevatore, Vincenzo Serra ha una vicenda comune a quella di tante altre famiglie finite sul lastrico. Per quei 27mila euro la sua casa, con l’azienda che lui spiega «valgono non meno di 350mila euro, secondo la valutazione iniziale», saranno venduti all’asta ad un prezzo assolutamente inferiore: 90mila euro è la cifra stabilita per la vendita all’incanto di stasera.
Per questo ha deciso di non arrendersi e di impugnare ancora una volta di fronte al Tribunale, l’intera vicenda. Presenterà un esposto per chiedere che la magistratura verifichi se l’intera procedura si stata corretta.
