La Nuova Sardegna

Oristano

Palpeggiò le due nipoti, zio condannato a sei anni

di Enrico Carta
Palpeggiò le due nipoti, zio condannato a sei anni

Cabras, prima le invitò a casa poi propose loro di avere rapporti sessuali Le ragazze raccontarono tutto ai genitori che sporsero denuncia

29 aprile 2016
2 MINUTI DI LETTURA





CABRAS. Un invito a casa, qualche parola poi l’imprevedibile. Di fronte alle due nipoti adolescenti, lo zio non trattiene le sue voglie e inizia a palpeggiarle. Fa loro anche qualche proposta, affinché abbiano dei rapporti sessuali con lui, ma ottiene una risposta che non lascia spazio ad equivoci. Poi viene denunciato e infine, di fronte alle accuse mosse proprio dalle due sorelle, si ritrova con una condanna a sei anni.

La sentenza è arrivata dopo varie udienze e una camera di consiglio non troppo lunga. Sul tavolo dei giudici del collegio presieduto da Carla Altieri, a latere Francesco Mameli e Antonio Enna, c’erano proprio le parole delle due ragazze che avevano raccontato la loro storia agli inquirenti ripetendola poi in aula. Avevano spiegato di essere state ospitate in casa dello zio, un fratello della madre, dove poi era accaduto quel che non si aspettavano.

Secondo la ricostruzione del pubblico ministero Rossella Spano, che al termine della requisitoria aveva sollecitato la condanna a cinque anni, lo zio avrebbe fumato uno spinello, poi, forse trascinato dall’euforia del momento, avrebbe rivolto le sue attenzioni verso le ragazzine. Le palpeggiò, poi fece loro delle avance che non potevano essere scambiate per delle semplici dimostrazioni d’affetto.

A quel punto le due sorelle raccontarono tutto ai genitori che non esitarono un momento e presentarono la denuncia che aveva portato lo zio di fronte ai giudici. In aula, sebbene in maniera meno incisiva, le due ragazze hanno confermato quanto era accaduto qualche anno fa. L’avvocato difensore Antonio Leoni ha provato proprio a far leva proprio su quelle sfumature che sembravano rendere meno pesante il reato contestato.

Non è bastato per convincere i giudici e così la condanna è stata di sei anni, ma a questa vanno aggiunte altre pene accessorie come l’interdizione dai pubblici uffici, il divieto di ricoprire incarichi di tutela di minori e l’esclusione da qualsiasi forma di eredità a cui lo zio avrebbe potuto aver diritto in quanto parente diretto delle due ragazze e della loro madre. Pagherà anche le spese processuali, ha invece evitato il risarcimento del danno perché le due vittime dell’abuso hanno scelto di non costituirsi parte civile.

Per ora il caso è chiuso, ma tutto lascia presagire che arriverà ben presto l’appello della difesa nel tentativo di vedere modificata la sentenza.

In Primo Piano
Politica

Sanità, liste d’attesa troppo lunghe La Regione: «Faremo interventi strutturali»

Le nostre iniziative