La Nuova Sardegna

Oristano

Il Comune non risponde e il geometra si incatena

Il Comune non risponde e il geometra si incatena

Simaxis, dopo qualche giorno Tino Pes ha ripreso la sua protesta in Municipio Ancora un nulla di fatto sulla variante che blocca una serie di lavori e di imprese

03 maggio 2016
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SIMAXIS.

La risposta è stata un silenzio che ha fatto ancora una volta tantissimo rumore. Così, dopo aver atteso qualche giorno, il geometra Tino Pes ha ripreso la sua clamorosa protesta. «Tre imprese nazionali, una è l’Eurospin, sono pronte ad investire parecchi milioni di euro per insediarsi nella zona artigianale del paese. Ora, per i ritardi del Comune, minacciano di andare altrove», le parole sono proprio quelle del geometra di 64 anni di Simaxis che ieri mattina si è nuovamente incatenato davanti all’ingresso del Municipio.

Stavolta la sua protesta sembra destinata a durare ben più a lungo rispetto a quanto era accaduto nelle scorse settimane, quando una mediazione con il sindaco e l’amministrazione, l’aveva convinto a desistere. Tino Pes ha annunciato che non se ne andrà finché il consiglio comunale non darà una risposta alla richiesta di variante urbanistica per l’area sulla quale dovrebbero insediarsi le tre aziende.

L’area appartiene alla società a responsabilità limitata Sviluppo industriale, della quale Tino Pes è socio assieme agli imprenditori Luciano Sgarbossa di Arborea, Giovanni Matteo Corrias di Bonarcado e Paolo Corriga di Simaxis. La società ha già speso due milioni di euro per le opere di urbanizzazione dell’area, ma ora per completare l’intervento e arrivare alla firma del contratto i soci hanno bisogno del via libera del consiglio comunale che deve approvare la variante urbanistica richiesta. Senza questo passaggio obbligatorio in aula e senza il voto favorevole non si potranno fare passi avanti.

«Mentre maggioranza e opposizione litigano perché sono in campagna elettorale, il paese rischia di perdere un’importante occasione di sviluppo e di occupazione», ha detto il geometra avviando nuovamente la protesta. Assieme a una cartella con tutta la documentazione relativa alla sua richiesta, Tino Pes ha portato di fronte al municipio anche una scatola di cartone, dove sta raccogliendo i curriculum dei disoccupati del paese che, con l’insediamento delle tre nuove imprese, avrebbero qualche occasione in più di trovare un lavoro.

Una dozzina di giorni fa aveva portato con sé una sedia da giardino, un paio di faldoni sotto il braccio, due pannelli su cui aveva scritto un riassunto della storia sua e di questa vicenda e una catena lunga alcuni metri che aveva legato a un condizionatore e attorno al petto. Aveva promesso di rimanere incatenato e di praticare lo sciopero della fame e della sete sino a che non avrebbe ottenuto risposte dall’amministrazione comunale sul terreno lungo la strada 388. Il sindaco Giacomo Obinu aveva immediatamente convocato il Consiglio, ma l’argomento ancora non è stato affrontato. È stata la scintilla che ha convinto il geometra a riprendere la protesta.

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