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Oristano

Simone Careddu, una storia di coraggio: dall’incubo delle bombe alle gare da ironman

Michela Cuccu
Simone Careddu, una storia di coraggio: dall’incubo delle bombe alle gare da ironman

Il maresciallo di Cabras perse l’uso delle gambe in Afghanistan. È diventato un atleta paralimpico e ha partecipato agli Invictus Games

20 maggio 2016
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Che la sua fibra e soprattutto il suo carattere, fossero a dir poco uniche, l’aveva dimostrato già durante la delicata fase della riabilitazione. Adesso, dopo il rientro dagli Invictus Games 2016 negli Stati Uniti, i giochi mondiali militari paralimpici dedicati al personale militare ferito in servizio, Simone Careddu, primo maresciallo della Folgore, di Cabras, ne ha dato una ulteriore conferma. SImone si è dimostrato un vero ironman, cimentando in diverse discipline. Non è riuscito a centrare un podzio, ma quella di Orlando potrebbe essere solo una tappa di avvicinamento, di preparazione verso appuntamenti più importanti.

Simone Careddu ha gareggiato nel basket, nel nuoto e soprattutto nella handbike, la disciplina che forse sente a lui più vicini e dove potrebbe esprimere al meglio le proprie potenzialità. Il militare, rimasto paralizzato nel 2009 in un attentato in Afghanistan dove perse la vita il primo caporal maggiore Alessandro Di Lisio, di Campobasso, un suo commilitone, è stato scelto per far parte della squadra italiana del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa. A Orlando, in Florida, dove si sono disputati i giochi, il team italiano ha messo in fila una serie di buoni risultaiti, portando a casa un bottino di ben sette medaglie d’oro e quattro di bronzo. Più del doppio di quanto ottenuto ai precedenti Invictus Games 2014 di Londra, dove i militari italiani ottennero 2 ori, 2 argenti e 1 bronzo.

Simone Careddu era uno dei diciassette atleti italiani presenti a Orlando. Grandi campioni, tanto che già si vocifera che qualcuno di loro possa essere selezionato per i XV Giochi Paralimpici estivi che si svolgeranno a settembre 2016 a Rio de Janeiro. Alle gare di Orlando, terminate il 12 maggio hanno partecipato quattordici nazioni partecipanti: Stati Uniti, Regno Unito, Nuova Zelanda, Olanda, Giordania, Italia, Iraq, Germania, Georgia, Francia, Estonia, Danimarca, Canada, Australia. Da subito il primo caporale aveva dimostrato grande tempra, affrontando con coraggio la lunga e difficile riabilitazione. La paralisi non ha mai cancellato in Simone la volontà di vivere e di andare avanti. Dopo l’incidente ha continuato ad indossare la divisa ed oggi giorno si reca alla caserma di Verona dove presta servizio. Sposato, è padre di una bambina di un anno, giorno dopo giorno continua a conquistare spazi di autonomia. Che lo hanno fatto diventare un’atleta di grandi qualità.

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