La Nuova Sardegna

Oristano

Il filet alla conquista dell’Unesco

di Alessandro Farina

Il merletto di Bosa punta a essere riconosciuto come “patrimonio culturale immateriale”

24 maggio 2016
3 MINUTI DI LETTURA





BOSA. Ci sarà anche l’amministrazione della città del Temo a sostenere i centri italiani che intendono candidare il merletto al riconoscimento come Patrimonio immateriale dell’Unesco.

La decisione è stata confermata da una delibera approvata dall’esecutivo nei giorni scorsi, dopo la richiesta dell’associazione La foce, che da tempo si adopera per la conservazione, tutela e promozione di una delle peculiarità artigianali locali: il filet di Bosa.

Nel 2007 lo stato italiano ha ratificato e dato esecuzione alla “Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale” adottata nel 2006 dall’Unesco. Un documento che impegna gli stati firmatari a salvaguardare gli elementi e le espressioni del cosiddetto “patrimonio culturale immateriale” promuovendo a livello locale, nazionale e internazionale la consapevolezza del loro valore in quanto «componenti vitali delle culture tradizionali». In questo patrimonio rientra anche il ricamo italiano che, prende atto l’esecutivo cittadino «E’ un'arte antichissima che, fin dalle origini, rappresentava il modo più semplice per impreziosire e personalizzare i capi d'abbigliamento».

Strumento importante dell’identità nazionale, ma anche di quella locale in particolare nella città del Temo, grazie al Filet di Bosa. Il filet è stato più volte in passato al centro di azioni di promozione e valorizzazione che però in “solitaria” hanno incontrato non pochi ostacoli. Adesso però arriva in aiuto l'interessante iniziativa del sindaco di Bolsena, a cui partecipano comunità di varie regioni.

Il primo cittadino di Bolsena ha proposto la creazione di una rete, con la sottoscrizione, ancora in fase di approvazione, di un protocollo di intesa tra diciotto Comuni. Le città oggetto della rete sono Bologna, Bolsena, Burano, Cantù, Chiavari, Chioggia, Forlì, Meldola, Gorizia, L'Aquila, Latronico, Orvieto, Rapallo, Sansepolcro, Santa Margherita Ligure, Varallo Sesia, Venezia e appunto Bosa.

«Con nota del 20 aprile 2016 l'Associazione culturale “La foce” comunica di essere stata invitata a far parte della rete delle Comunità proponenti la candidatura, iniziativa che permetterebbe l'inserimento del filet di Bosa nell'elenco delle tipologie di lavori artigianali di cui si chiede all'Unesco il riconoscimento» una delle premesse all’adesione alla rete da parte dell’amministrazione civica.

«A Bosa la grande tradizione del Filet è ancora oggi praticata da alcune associazioni e privati cittadini, e merita di essere tutelata, valorizzata e trasmessa alle future generazioni» con queste considerazioni l’esecutivo ha ora approvato all’unanimità la delibera con cui si è deciso di aderire al progetto autorizzando così la «sottoscrizione di un protocollo d'intesa per convenire con i comuni interessati di costituire una rete atta a promuovere e sostenere il progetto di candidatura del merletto italiano a patrimonio immateriale dell'Unesco», con delega alla firma conferita al sindaco Luigi Mastino.

Un atto tra l’altro che «non comporta alcun impegno economico» da parte dell’ente locale, quantomeno in questa fase iniziale, mentre eventuali future spese saranno «di volta in volta valutate».

Il blitz

Sassari, controlli dei Nas in tutta l’isola: sequestrati 855 chili di uova e colombe di Pasqua scadute o conservate tra i topi

Le nostre iniziative