La Nuova Sardegna

Oristano

Sempre meno spazio per i detenuti sardi

di Michela Cuccu
Sempre meno spazio per i detenuti sardi

I numeri del carcere di Massama nella festa del Corpo di polizia penitenziaria Su 338 carcerati 52 sono comuni, gli altri sono legati alla criminalità organizzata

09 giugno 2016
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ORISTANO. Trecentotrentotto detenuti, la maggior parte, in regime di Alta sicurezza. Eppure, nell’Istituto di Massama, dove sono in 52 a scontare l’ergastolo e altrettanti i detenuti comuni, si cerca di creare un regime di “apertura”, se questo termine non contrastasse in maniera assoluta con la realtà detentiva. Mostre, scuola, partecipazione ad eventi e lavoro fuori dalla cella, come nel caso della partecipazione agli scavi archeologici di Mont’e Prama, sono alcuni dei momenti di “apertura” di un carcere che per tanti, in realtà non si aprirà mai. Un lavoro per nulla semplice, dove molti degli obbiettivo sono stati raggiunti grazie all’impegno degli agenti di polizia penitenziaria. Il bilancio è stato fatto ieri, mattina nel corso della cerimonia in occasione del 199° anniversario dell’istituzione del Corpo di polizia penitenziaria. Il ruolo degli agenti all’interno del carcere di Alta sicurezza, dove la maggioranza dei detenuti arriva da fuori Sardegna (solo una cinquantina sono sardi), è stato sottolineato nella relazione del comandante di reparto, Salvatore Cadeddu, che ha ricordato l’istituzione della sezione Alta sicurezza 1. Una sezione che ospita trenta tra capi mafia e di clan camorristici o della ’ndrangheta e della Sacra Corona unita, già in regime di 41 Bis, dunque con le massime misure restrittive legate alla loro pericolosità criminale.

Cadeddu ha sottolineato la grande mole di lavoro che nell’arco dell’ultimo anno ha comparto anche 970 traduzioni, con l’impiego di un numero altissimo di agenti, con un lavoro e compiti profondamente diversi dal quelli del passato recente, quando, quello di Oristano era carcere mandamentale con un servizio rivolto soprattutto al territorio. Un carcere posto costantemente sotto l’osservazione degli organi di garanzia. In occasione della recente protesta dei detenuti in regime di Alta sicurezza, per il sovraffollamento delle celle e per le difficoltà a poter avere relazioni con i familiari, quasi tutti residenti lontano dall’isola, è stata qui la prima tappa del Garante nazionale per i detenuti. La recente nomina, da parte del Comune di Oristano, di un Garante locale è una ulteriore conferma di quanta attenzione dall’esterno abbia l’istituto di Massama. Aspetti sottolineati dal direttore, Pier Luigi Farci, che ha avuto parole di ringraziamento per le istituzioni ma soprattutto per il personale. E per la prima volta, il direttore ha espresso parole di encomio nei confronti dei detenuti comuni «che hanno garantito l’ordine interno durante la protesta dei detenuti di Alta sicurezza.

A Massama però si fa anche altro. Di recente, l’artista Salvatore Garau ha girato un docu film “La tela” che racconta della vita in cella e presto ci sarà un’asta dei lavori artistici realizzati dai detenuti.

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