La Nuova Sardegna

Oristano

Corallo, pescatori abusivi nei guai

Corallo, pescatori abusivi nei guai

La Finanza scopre e denuncia due “pirati” con quattro chili di oro rosso

11 giugno 2016
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BOSA. Pesca abusiva del corallo, la Guardia di Finanza denuncia a piede libero due pescatori locali e sequestra oltre quattro chili di prezioso oro rosso, pescato con attrezzature rudimentali capaci di provocare danni al fondale secondo le fiamme gialle. Questo l’epilogo operativo dei controlli messi in campo dal Reparto aeronavale della Guardia di Finanza di Cagliari, che ha visto collaborare strettamente il Nucleo di stanza ad Alghero insieme agli uomini del Comando Brigata di Bosa Marina, guidati dal maresciallo Francesco Deriu. Oltre quattro chili e duecentocinquanta grammi il peso del corallo rosso rinvenuto in due distinti interventi, condotti congiuntamente dai militari delle fiamme gialle che operano sulla fascia centro occidentale dell’isola. Oro rosso, dicono dalla Guardia di Finanza, abilmente occultato a bordo delle rispettive imbarcazioni e nelle case dei due pescatori, di cui non vengono fornite le generalità. Ai quali è stata contestata non una semplice sanzione amministrativa, ma la violazione dell’articolo 7 del Decreto Legislativo numero 4 del 9 gennaio 2012, per aver detenuto “Corallium rubrum” di cui è vietato anche lo sbarco, il trasporto e la commercializzazione, in qualunque stadio di crescita. L’operazione si è svolta nell’ambito delle attività finalizzate al contrasto degli illeciti in materia di polizia ambientale, ittica e marittima del Reparto Operativo Aeronavale di Cagliari. Che ha permesso ai militari di stanza a Bosa e Alghero «al termine di un’articolata attività di indagine, di intercettare due soggetti che, sbarcati in tempi diversi da due imbarcazioni adibite rispettivamente alla pesca professionale e al diporto nautico, erano dediti alla pesca abusiva del corallo rosso». Il corallo avrebbe fruttato oltre 3.500 euro sul mercato. Pescato a quanto pare con i “rezzinelli”: pesanti catene a cui vengono aggiunte delle reti che, trascinate sul fondo per cercare di agganciare i rami di corallo, procurano un elevato danno ambientale all’ecosistema marino. La pesca del corallo rosso è rigidamente regolata da norme regionali e nazionali, che da tempo impongono tutta una serie di prescrizioni e rigidi divieti, regolamentando raccolta e tecniche di pesca.(al.fa.)

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