Vendetta per il raccolto di patate rovinato
Gonnostramatza, condannata a un anno e quattro mesi per aver incendiato un’azienda agricola
16 luglio 2016
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GONNOSTRAMATZA. Aveva voluto far pagare al coltivatore maldestro la sterilità del proprio campo. Alla minaccia era seguito l’incendio del fienile di Fabrizio Concu (51 anni), ma non era stato difficile risalire all’autore dell’attentato che nel luglio del 2011 mandò in cenere quattromila presse di foraggio, alcune rotoballe, tantissimo mangime per animale, arnesi da lavoro e venti quintali di legna. E la colpa dell’allevatore sarebbe stata quella di aver coltivato in maniera maldestra un campo che poi non aveva dato i frutti sperati.
Di patate nel terreno di Adriana Locci (45 anni) se n’erano viste poche quell’anno. Così la donna aveva prima minacciato colui che si era occupato della semina e poi aveva agito col cerino in mano per vendicare quel raccolto scarso. Le indagini però fatto si erano subito indirizzate verso la donna che così è finita in tribunale, dove il giudice monocratico Francesco Mameli l’ha condannata a un anno e quattro mesi per le minacce e per l’incendio doloso, assolvendola invece dall’accusa di danneggiamento del contatore dell’azienda di Fabrizio Concu.
Era stato per primo il pubblico ministero Daniela Caddeo a chiedere la condanna a un anno, ma la pena è andata oltre nonostante la difesa dell’avvocato Giorgio Mazzaro.
Per Adriana Locci i conti con la giustizia non si fanno solo con la pena inflitta. Di fronte avrà anche il problema del risarcimento danni, dal momento che Fabrizio Concu si era costituito parte civile assistito dall’avvocato Paolo Firinu. Il giudice ha per prima cosa stabilito il pagamento di una provvisionale da 20mila euro in attesa che la causa civile stabilisca l’entità totale del danno che, nelle fasi successive all’incendio, era stato quantificato in 80mila euro. (e.c.)
