La Nuova Sardegna

ORISTANO. Una sorta di Oristano-Torino connection, un’associazione per delinquere messa in piedi da quattro persone specializzate nella truffa a istituti religiosi. Le indagini erano state avviate ad aprile scorso dalla Squadra mobile della Questura del capoluogo dopo che la suora di un convento di Oristano era stata raggirata e spinta a pagare 4mila euro, attraverso due distinti bonifici, che avrebbero dovuto coprire un inesistente debito contratto da una consorella morta di recente. Qualche giorno dopo il cerchio, allargato ad altre truffe compiute a Tivoli, a Bagnolo Cremasco, a Venezia Cannaregio e Santo Stefano Magra (La Spezia) si è stretto attorno quattro persone denunciate per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe. Tre di loro sono stati individuate: B.A. 52 anni 52, siciliano ma residente a Torino, P.G. 44 anni e B.L 38 anni. Ancora non è stata identificata la donna del gruppo, che nella truffa assumeva il ruolo del funzionario di un istituto bancario.

Più o meno simile lo schema d’azione: le religiose venivano contattate da uno degli uomini denunciati, che, spacciandosi per avvocato, segnalava un debito inesistente (come nel primo caso a Oristano). In qualche altra circostanza, le suore venivano informate che il loro conto era stato bloccato per un erroneo accredito, di tremila euro, somma di cui si chiedeva la restituzione. I tremila euro dovevano essere appoggiati attraverso due distinti vaglia online, poi riscossi in uffici postali a Torino.

L’inchiesta, coordinata dal dirigente della Mobile Dario Mongiovì, ha messo in correlazione le truffe e ricondotto alla stessa banda gli altri episodi nella penisola. Unico neo della vicenda, il fatto che i soldi carpiti alle religiose non sono stati recuperati.(si.se.)