Paulilatino, uccise un compaesano a sprangate: condannato a trent'anni
Enrico Carta
◗
La casa in cui fu ucciso Giovanni CasulaGavino Madau è il colpevole dell'omicidio di Giovanni Casula
21 settembre 2016
2 MINUTI DI LETTURA
PAULILATINO. Trent'anni. Il giudice per le udienze preliminari sorpassa la questione dell'inutilizzabilità del gps e ritiene sufficienti gli altri indizi.
E' così che per Gavino Madau, allevatore di 48 anni, arriva la condanna per l'omicidio volontario e premeditato del compaesano Giovanni Casula, servo pastore di 69 anni, massacrato a sprangate nella sua casa durante la notte tra il 30 e il 31 ottobre del 2014.
Secondo il pubblico ministero Paolo De Falco che aveva sollecitato proprio la condanna a trent'anni, Gavino Madau e Giovanni Casula avevano probabilmente avuto un diverbio nelle ore precedenti al delitto. Fu per questo che, in piena notte, armato di una spranga di ferro, Gavino Madau andò nella casa del suo rivale per risolvere in maniera brutale la questione.
[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:oristano:cronaca:1.14132017:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.14132017:1653432945/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]
Giovanni Casula fu aggredito di sorpresa e colpito al capo più volte. Le fratture multiple della scatola cranica ne provocarono la morte in poco tempo.
Nel giugno del 2015, i carabinieri risalirono all'identità dell'assassino. Gavino Madau era stato incastrato grazie agli spostamenti registrati da un rilevatore satellitare posto sulla sua auto. I militari della Compagnia di Ghilarza avevano anche ritrovato la spranga metallica usata per commettere il delitto e poi gettata in campagna, nel punto esatto in cui Gavino Madau aveva fermato la sua auto.
[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:oristano:cronaca:1.14132011:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.14132011:1653432945/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]
Una dura battaglia legale condotta dagli avvocati Gian Luigi Mastio e Marcello Sequi aveva portato però ad ottenere l'esclusione del gps dal novero delle prove. Mancando quella, i due legali sostenevano che non ci fossero prove sufficienti per arrivare a una condanna.
Non è stato così per il giudice Annie Cecile Pinello che ha preso la decisione dopo qualche tempo di riflessione. L'udienza di oggi, mercoledì 21 settembre, era stata infatti fissata solo per le repliche delle controparti e per la sentenza.
