La Nuova Sardegna

Oristano

Attentato al veterinario il pm vuole due condanne

Attentato al veterinario il pm vuole due condanne

Suni, per il presunto mandante della bomba del 1° gennaio 2006 chiesti 8 anni Per l’altro allevatore accusato di riciclaggio 4 anni, prescrizione per i veterinari

26 ottobre 2016
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SUNI. Il boato della bomba nella notte di San Silvestro del 2005 è lontanissimo. A oltre undici anni di distanza i nomi degli autori materiali dell’attentato al veterinario Elio Vacca restano sconosciuti. Lunghissimo è stato anche il processo di primo grado che conoscerà la fine solo il 20 gennaio prossimo e coinvolge il presunto mandante del gravissimo gesto intimidatorio, assieme a un altro allevatore e a tre veterinari della Asl di Macomer che però nulla hanno a che fare con l’ordigno. La certezza è che fra tre mesi si arriverà in aula con le richieste di condanna o prescrizione già in mano ai giudici del collegio presieduto da Carla Altieri (a latere Andrea Mereu ed Enrica Marson).

Le ha formulate ieri il pubblico ministero Marco Ulzega che ha diviso gli imputati in due categorie a seconda del reato commesso. Secondo l’accusa l’allevatore di Tresnuraghes Mariano Salvatore Chessa è l’ispiratore dell’attentato che danneggiò la casa della famiglia Vacca e distrusse la sua auto. L’avrebbe commesso perché quest’ultimo aveva scoperto un giro di documentazioni false o mancanti su una serie di capi di bestiame che avrebbero portato alla denuncia per riciclaggio in concorso con l’allevatore di Abbasanta, Dino Fadda, cosa che poi è avvenuta ugualmente dopo l’attentato. Per il primo, il pubblico ministero ha chiesto 8 anni di condanna e settemila euro di multa, per il secondo accusato esclusivamente di riciclaggio di bestiame rubato 4 anni e cinquemila euro di multa.

Ma il processo ha coinvolto anche i veterinari Francesco Carta e Mariano Barria, dipendenti della Asl di Nuoro, in servizio a Macomer. Per l’accusa sarebbero coloro che avrebbero aiutato gli allevatori a nascondere le irregolarità nelle documentazioni e per questo sono stati imputati del reato di falso. Il tempo trascorso porta però inevitabilmente alla prescrizione, per cui eviteranno la condanna.

Questo non è stato ritenuto sufficiente dagli avvocati difensori Basilio Brodu e Gian Luigi Mastio che hanno invece chiesto l’assoluzione nel merito perché la condotta dei loro assistiti fu assolutamente professionale. E di accuse fondate su un ragionamento senza riscontri ha parlato l’avvocato Franco Luigi Satta, difensore di Mariano Salvatore Chessa che dalla sua ha anche l’alibi per la notte dell’attentato.

Resta da esaminare la posizione di Dino Fadda. Lo farà l’avvocato Antonello Spada nell’udienza del 20 gennaio, prima che arrivi il momento della sentenza.

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