La Nuova Sardegna

Oristano

Monsignor Sanna apre le porte ai laici

di Mario Girau
Monsignor Sanna apre le porte ai laici

Nella sua ultima lettera pastorale prima di lasciare l’incarico per via dell’età ne chiede l’ingresso nella Chiesa

14 novembre 2016
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ORISTANO. Ha intitolato la sua ultima lettera pastorale “A tempo indeterminato”. È un autentico testamento spirituale e pastorale dell’arcivescovo che fra novanta giorni presenterà le dimissioni al Papa per raggiunti limiti di età. In quelle righe, prima di lasciare il suo incarico, monsignor Ignazio Sanna ribadisce per l’ennesima volta l’esigenza di spalancare le porte della Chiesa ai laici.

Uomini e donne sono praticamente invitati dal presule a farsi carico senza soluzione di continuità dei problemi delle comunità cristiana. Perché i preti non ce la fanno più – sono troppo pochi – mentre aumentano le esigenze ecclesiali e scristianizzazione e indifferenza si diffondono a macchia d’olio. «La situazione attuale – dice l’arcivescovo – impone che la collaborazione dei fedeli laici non sia più considerata solo una supplenza per mancanza di sacerdoti, ma un impegno a tempo pieno, che comporta molta buona volontà e dedizione».

Entro dieci mesi e, salvo proroghe peraltro possibili, la diocesi avrà comunque un nuovo responsabile. Monsignor Ignazio Sanna prima di accomiatarsi, con congruo anticipo lascia alla sua Chiesa e ai preti una raccomandazione fondamentale: dalla crisi non si esce se non si spalancano le porte ai laici. I fedeli sono invitati a non stare alla finestra, ma a passare da «un regime di collaborazione passiva, nel quale il laico è un esecutore delle decisioni del clero, a un regime di corresponsabilità attiva, in cui è protagonista e responsabile delle scelte per il bene della comunità».

Sono parole che l’arcivescovo ripete dal suo ingresso in diocesi. I laici per tutto questo tempo non hanno fatto alcuna rivendicazione pastorale e ai preti piace «comandare» in parrocchia ed essere «uomini soli al comando». Il risultato? La situazione della chiesa oristanese è quasi alla canna del gas. Ignazio Sanna non giudica, ma presenta ai cattolici del territorio, soprattutto al clero, una situazione preoccupante. Alcuni centri della diocesi, dove si vive solo di pensioni sociali e non si registrano né nascite né matrimoni, sono destinati a scomparire come comuni autonomi.

Nella forania di Laconi sette paesi raggiungono insieme una popolazione di appena settemila abitanti. Le uniche località dove c’è qualche prospettiva di sviluppo si trovano nella costa occidentale. Le condizioni economiche della gente sono peggiorate. Negli ultimi anni, venti sacerdoti si occupano di due parrocchie e un sacerdote addirittura di tre. A Oristano solo una comunità parrocchiale supera i cinquemila abitanti. Il clero è complessivamente invecchiato: i sacerdoti sono 96 con un presbitero che ha più di 100 anni, solo 14 preti sono sotto i 40, l’età media del clero è di 55,8 anni. Gli over 90 sono 7, oltre 80 anni ci sono 12 preti, al di sopra dei 75 anni ci sono 14 sacerdoti. L’esercito dell’arcivescovo è numericamente impossibilitato ad affrontare con successo una realtà diocesana in cui la secolarizzazione avanza a marce forzate. Infatti la religione diffusa è a quota 61,11% della popolazione; la religione di Chiesa è al 22,78%. C’è molta religiosità popolare che si manifesta nei riti della Settimana Santa e in occasione delle feste patronali. Però la media della frequenze alla messa domenicale è del 20-25%.

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