La Nuova Sardegna

Oristano

Bioetica: «Sì al registro comunale»

Il comitato chiede ai Comuni l’istituzione delle dichiarazioni anticipate

12 dicembre 2016
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ORISTANO. Bioetica, tema delicato ma quanto mai attuale. Il parlamento da tempo ha di fronte a sè alcune proposte di legge su vari temi, ma la delicatezza degli argomenti trattati spesso frena il loro iter. Tra questa c’è naturalmente quella del fine vita bloccata da tempo. Procedono invece più speditamente i lavori del Comitato di bioetica che mercoledì alle 17.30 si riunisce al Centro Servizi Culturali Unla in via Carpaccio.

Vi si svolgerà l’assemblea per presentare la proposta dello stesso sulle problematiche del fine vita e delle dichiarazioni anticipare di volontà per i trattamenti sanitari. Viene sollecitata infatti da più parti una legge su questa materia in modo da non dover dipendere da decisioni estemporanee di medici o magistrati spesso anche con forzature al limite della legge che è ormai molto datata. Da anni il dibattito sul fine vita suscita appassionate discussioni nell’opinione pubblica. Basti citare i casi di Eluana Englaro, Nuvoli, Welby e Schiavo, ma il problema è stato riproposto con forza anche dalla recente esperienza di Walter Piludu che ha praticato una scelta di “direttive anticipate” col consenso del giudice del tribunale di Cagliari.

«In attesa che venga approvata una legge a livello nazionale vogliamo proporre, attraverso una petizione, l’istituzione a livello comunale di un registro delle dichiarazioni anticipate, che permetta ai cittadini di poter esercitare un diritto, una scelta di volontà e di autodeterminazione – spiegano i componenti del comitato Francesco Carta e Marisa Deias –. In diversi stati le dichiarazioni anticipate hanno valore legale. I parenti o i fiduciari del malato possono autorizzare l’interruzione delle cure nei casi previsti: malattie o traumatismi cerebrali che determinino una perdita di coscienza definibile come permanente e irreversibile. Siamo consapevoli che esiste una larga condivisione nella società, in Sardegna e in Italia, nonostante le carenze legislative. In attesa che venga approvata una legge a livello nazionale, proponiamo l’istituzione nei Comuni del Registro delle Dichiarazioni anticipate».

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