L’onda lunga travolse la Santu Antinu
L’associazione aveva registrato le dimissioni dell’intero direttivo sulla questione della sicurezza
SEDILO. La prima vittima delle forti turbolenze che si erano sviluppate attorno all’Ardia a cavallo era stata l’associazione Santu Antinu. Il direttivo si era dimesso in blocco respingendo l’idea di doversi accollare le responsabilità che gli venivano attribuite relativamente alle prescrizioni a carico dei cavalieri. Poteri che la Santu Antinu sosteneva che non le competessero, chiarendo di essere un organismo volontario che si prestava a collaborare con le istituzioni deputate a garantire ordine pubblico e sicurezza.
È stato quello il momento in cui si è cominciato a insistere sull’opportunità che tutti i soggetti con un ruolo attivo nell’organizzazione, nella promozione e nello svolgimento dell’Ardia ragionassero insieme su come difendere la tradizione, condividere le responsabilità e allo stesso tempo tutelare tutte le parti in causa.
Un concetto ripreso dal nuovo presidente il giorno della sua elezione e ribadito ieri. «Proseguirò lungo la strada tracciata allora e alla luce degli ultimi fatti sono ancora più convinto della necessità di restare al mio posto – ha dichiarato Giuseppe Spada –. L’Ardia non è né del Comune, né dell’associazione. È di tutti i sedilesi e cercheremo di salvaguardarla. Credo che la crisi comunale sia nata per l’Ardia e che dietro le dimissioni della Santu Antinu ci fosse la regia di qualcuno dei consiglieri dissidenti. Ma si è aperto un dialogo tra noi, la parrocchia, il Comune e i cavalieri e continueremo a coltivarlo con il commissario e chi verrà dopo di lui. Con i cavalieri ci sono punti di incontro e da parte di tutti c’è la disponibilità a risolvere i problemi. Dobbiamo andare coesi verso lo stesso obiettivo. I cavalieri hanno avanzato delle proposte relative alla gestione della sicurezza che abbiamo preso in considerazione. Valuteremo passo dopo passo tutto quello che ci sarà da fare». (mac)