La Nuova Sardegna

Oristano

NARBOLIA

Lottizzazione a Is Arenas, condanne confermate

Lottizzazione a Is Arenas, condanne confermate

NARBOLIA. La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai tre proprietari del Resort di Is Arenas, condannati dal tribunale di Oristano e poi dalla Corte d’appello di Cagliari per lottizzazione...

11 febbraio 2017
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NARBOLIA. La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai tre proprietari del Resort di Is Arenas, condannati dal tribunale di Oristano e poi dalla Corte d’appello di Cagliari per lottizzazione abusiva, perchè, secondo l’accusa, avevano trasformato tre abitazioni in teoria parte integrante del Resort in residenza per le vacanze da loro utilizzate. Con un ulteriore frazionamento, tanto che alla fine le unità abitative sono diventate sei.

Sette i motivi di ricorso proposti dall’avvocato Guido Manca Bitti, difensore di Giovanni Bellucci, Germano Sereni e Mauro Fontana. I motivi sono stati ritenuti in gran parte manifestamente infondati, quindi inammissibili. La conseguenza è stata la conferma della condanna che dopo l’appello era risultata di quattro mesi di reclusione per ciascuno degli imputati. Bellucci, Sereni e Fontana sono stati condannati anche al pagamento delle spese processuali e ad una multa da duemila euro ciscuno.

Alla base del processo c’era un controllo compiuto dalla guardia forestale che aveva segnalato poi le presunte anomalie alla procura della Repubblica. Queste abitazioni avrebbero dovuto ospitare turisti, ma in corso d’opera erano diventate le residenze dei proprietari del resort. Non solo: rispetto al progetto originario, erano anche lievitate, diventando da tre a sei.

Un utilizzo di questo tipo e una trasformazione numerica non erano contemplata dal progetto. Nei precedenti gradi di giudizio, i difensori degli imputati avevano sostenuto che la costruzione delle villette fosse prevista dal progetto e che il cambio di destinazione d'uso non sarebbe mai avvenuto. La presenza dei proprietari nelle case, peraltro, sarebbe stata facilmente giustificabile proprio col fatto che come tutti i proprietari vi avevano libero accesso. Il ricorso si è basato su questioni di diritto ritenute però non sussistenti dalla Cassazione.

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