La Nuova Sardegna

Oristano

Venduta all’asta la storica casa di Peppetto Pau

di Enrico Carta
Venduta all’asta la storica casa di Peppetto Pau

L’immobile di via Mazzini a un privato per 50mila euro Il Comune: «È un bene di interesse storico, spetta a noi»

19 febbraio 2017
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ORISTANO. Peppetto Pau. Al suo nome si accompagnano pagine delle più importanti scoperte storiche e archeologiche del recente passato oristanese. A lui si devono altrettanto importanti momenti culturali che la città ha vissuto e tutto ciò è fatto notorio. Molte meno persone sanno che quella che fu la sua casa è un bene storico e che, nei giorni scorsi, è stata venduta all’asta in tribunale. Se l’è aggiudicata un privato, come spesso avviene di fronte a fatti del genere e nel pieno rispetto della procedura. Ma non è detto che il privato che l’ha appena rilevata riesca ad entrarne in possesso.

Sulla questione è infatti intervenuto il Comune, attraverso una segnalazione fatta dall’assessore al Bilancio, Giuseppina Uda, e rivolta alla Sovrintendenza per i beni archeologici e culturali e alla Regione. La strada che ha portato alla vendita della casa di Peppetto Pau non è infatti un rettilineo in discesa nè sembra esserlo questo inatteso finale col quale il Comune vorrebbe far proprio un bene che ritiene fondamentale per il valore identitario, storico e ovviamente culturale che ha per la città.

Tutto inizia nel 2012, quando la banca , decide che è giunta l’ora di procedere con l’esecuzione immobiliare. Non era stato infatti pagato il mutuo da 250mila euro acceso dal vecchio proprietario che aveva acquistato la casa al numero civico 65 di via Mazzini dagli eredi di Peppetto Pau. La casa viene messa all’asta e la vicenda si sposta in tribunale. Quei 138 metri quadri nel centro storico hanno una base d’asta iniziale di 650mila euro – il vecchio proprietario ne aveva chiesto addirittura 800mila al Comune che aveva già manifestato l’interesse di rilevarla –. Pian piano la cifra cala e si arriva sino ai 50mila con cui recentemente è stata venduta.

Nel bel mezzo della procedura avviene però un fatto che cambia le carte. Nel 2014 infatti, il ministero per i Beni culturali lo inserisce – anche in questo caso fu decisiva la segnalazione del Comune – in un elenco particolare. È quello in cui sono indicati i beni e gli immobili di interesse storico. Questo consente alla Sovrintendenza di esercitare il diritto di prelazione sull’immobile coinvolto in procedure di vendita come quella della casa di Peppetto Pau. Lo farebbe a favore del Comune che potrebbe quindi acquisirlo al medesimo prezzo con cui è stata venduta ora in tribunale. L’amministrazione attende quindi il via libera per potersi inserire, cosa che aveva preferito non fare negli anni precedenti sia per il prezzo ritenuto eccessivo sia perché era già in atto l’azione esecutiva della banca sia perché ancora non aveva i requisiti di bene di interesse storico e culturale che oggi possiede.

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