La Nuova Sardegna

Oristano

Resta la croce dei Savoia nello stemma della città

di Enrico Carta
Resta la croce dei Savoia nello stemma della città

Il sindaco non riesce a cambiarlo: serviva la maggioranza di due terzi dell’aula L’opposizione lo attacca: «Il progetto andava condiviso. Non votiamo alla cieca»

13 aprile 2017
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ORISTANO. Avanti Savoia! Dopo oltre trecento anni, la città di Eleonora d’Arborea non riesce a cancellare dal suo stemma la Croce che rappresenta il simbolo della dinastia franco-piemontese. Il tentativo del sindaco Guido Tendas fallisce nella mattina in cui si svolge il penultimo consiglio comunale del suo lustro amministrativo. Serviva la maggioranza dei due terzi per inserire l’Albero degli Arborea nell’immagine che rappresenta la città di Oristano in quanto istituzione, invece di voti favorevoli ne sono arrivati tredici.

Dall’opposizione con quattro pareri contrari non è arrivata la sponda che il sindaco anelava e il motivo di ciò è riconducibile alla mancata condivisione di un progetto andato avanti per due anni e corretto in extremis attraverso un emendamento, cosa che ha fatto infuriare ancora di più chi già non aveva molta intenzione di votare la proposta che il primo cittadino ha tenuto a lungo nel cassetto.

Guido Tendas ha addirittura ammesso di aver sbagliato. Ha fatto il mea culpa – evidentemente tardivo e interpretato come una presa in giro – per non aver coinvolto l’intero consiglio comunale e la città in questo progetto di revisione dello stemma e di conseguenza del gonfalone comunale. L’ha fatto, accompagnato dagli interventi dei consiglieri di maggioranza Giuseppe Obinu e Roberto Martani, quando si è capito che non tirava aria buona. Bordate contro il metodo seguito in questi due anni erano arrivate una dietro l’altra dai consiglieri Mauro Solinas, Massimiliano Sanna, Marco Piras, Giampaolo Lilliu, Giuliano Uras, Tonino Falconi, Daniela Nurra, Giuliano Uras, Peppi Puddu e Stefano Mureddu. Critiche anche nella sostanza dello stemma scelto dal pool di esperti individuati nei professori universitari Raimondo Zucca e Giampaolo Mele e nel direttore della pinacoteca Ivo Serafino Fenu.

Erano stati loro a scegliere di inserire l’Albero eradicato degli Arborea e i due pali della casata dei Bas Serra, le famiglie che diedero origine alla dinastia che portò avanti il sogno di indipendenza dell’isola sfumato sul finire del medioevo. Due in luogo di quattro che indicavano inizialmente i pali catalani attribuiti alle città regie nel 1600, anni in cui era tramontata da tempo quella che viene definita come epopea giudicale. In basso sarebbe rimasto l’azzurro che simboleggia lo stagno, ma dalla parte alta sarebbe sparita la Croce dei Savoia inserita da Carlo III nel 1711.

Chi ha votato no ha spiegato che si doveva coinvolgere la città, le scuole, gli storici e soprattutto un esperto di araldica. Nulla di tutto ciò è avvenuto e allora i Savoia continueranno a campeggiare in piazza Eleonora.

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