La Nuova Sardegna

Oristano

scano montiferro

Iniziano con S’Iscravamentu i riti della Settimana Santa

di Piero Marongiu
Iniziano con S’Iscravamentu i riti della Settimana Santa

SCANO MONTIFERRO. Questa sera, nella chiesa parrocchiale, con la cerimonia di S’Iscravamentu, si conclude il dramma terreno di Gesù detto il Cristo. Un rito che costituisce il momento più sentito...

14 aprile 2017
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SCANO MONTIFERRO. Questa sera, nella chiesa parrocchiale, con la cerimonia di S’Iscravamentu, si conclude il dramma terreno di Gesù detto il Cristo. Un rito che costituisce il momento più sentito dell’anno liturgico, celebrato nel rispetto di una tradizione antichissima, rimasta praticamente intatta nel tempo, scandita da precisi rituali tenuti vivi dalla fede degli scanesi. Oggi, con la cerimonia di “s’Iscravamentu”, si celebra il momento più sentito e coinvolgente del triduo pasquale (crocifissione, morte e risurrezione di Gesù), organizzato dalle tre Confraternite presenti nel paese – l’Arciconfraternita di Santa Croce, la Confraternita del Santo Rosario e la Confraternita delle Anime Purganti e della Parrocchia di San Pietro Apostolo –. Seppure con ruoli differenti e in virtù di una tradizione rimasta praticamente immutata, alla preparazione dei riti partecipa però tutta la comunità.

Durante “Sa Chenabara Santa” il Venerdì Santo, i ritmi della tragedia vissuta dal figlio di Dio, vengono scanditi fin dalla prima mattina. Alle 10.30 le confraternite delle anime purganti e del Santo Rosario, con il sacerdote e i fedeli, partendo dalla chiesa parrocchiale con il simulacro della Madonna Addolorata, danno vita alla processione di “Sas Chircas” lungo le vie del centro storico, dove sono state predisposte le stazioni della via Crucis addobbate con lumicini e piatti di “nennere”, il grano germogliato sopra la bambagia posta in dei piatti bianchi. Verso mezzogiorno, nella chiesa parrocchiale, si svolge la cerimonia dell’innalzamento della croce. Alle 20.30, ancora nella chiesa parrocchiale, c’è la cerimonia di s’Iscravamentu: quattro confratelli detti sos discipulos, vestiti con gli abiti dei discepoli di Gesù, depongono il Cristo dalla croce lo portano in processione nella chiesa di San Nicolò, dove è stato precedentemente approntato il Sepolcro. Durante la processione i cantori di “Su cuncordu ’e su Miserere” intonano i canti tradizionali della Settimana Santa: Stabat Mater, Miserere e Sette Ispadas.

Domani, Pasqua di Resurrezione, intorno alle 10.30, nel corso Vittorio Emanuele, si celebrerà S’Incontru di Gesù Risorto con sua Madre. Il simulacro del Cristo, proveniente dall’oratorio di San Nicolò e la statua della Madonna, proveniente dalla chiesa del Rosario, si incontrano e si salutano con il tradizionale triplice inchino: simbolo della Trinità. Subito dopo, accompagnati dai fedeli, i due simulacri vengono portati in processione fino alla parrocchiale dove viene celebrata la messa.

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