La Nuova Sardegna

Oristano

Erriu, 29 anni dopo l’omaggio della città

 Erriu, 29 anni dopo l’omaggio della città

Al giovane carabiniere ucciso dalla banda della Uno Bianca intitolati i giardinetti di via Messina

28 aprile 2017
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ORISTANO. Ci sono voluti 29 anni perché la città di Oristano onorasse la memoria di un suo figlio, un giovane uomo delle istituzioni ucciso nel 1988 durante uno scontro a fuoco con la famigerata banda della Uno Bianca. Da ieri i giardini pubblici di via Messina sono intitolati a a Umberto Erriu, il carabiniere oristanese che morì a soli 24 anni, il 20 aprile 1988. Non che negli anni non siano stati tributati riconoscimenti e onori a Erriu: medaglia d’oro al Valore civile; la caserma sede del Comando Compagnia e Stazione Carabinieri di Molinella porta il suo nome.

Mancava la sua città, una lacuna colmata dall’amministrazione comunale che aveva approvato all’unanimità la proposta del consigliere Mauro Solinas.

A Umberto Erriu sono stati così intitolati i giardinetti non lontano dalla casa nel quartiere Sacro Cuore; ieri, la solenne cerimonia. C’erano la mamma, Maria Cabiddu, gli altri familiari, il sindaco di Oristano Guido Tendas, il prefetto Giuseppe Guetta, l’arcivescovo Ignazio Sanna, le autorità civili e militari e il generale Paolo Nardone, comandante della Legione Carabinieri Sardegna. E c’era un altro carabiniere illustre, l’olimpionico di canoa Stefano Oppo. Il picchetto d'onore dei carabinieri in alta uniforme e la Banda Santa Cecilia hanno accompagnato la cerimonia nel corso della quale è stata scoperta una targa ricordo ed è stata deposta una corona di fiori.

Tra le scolaresche degli istituti comprensivi 3 e 4 anche le classi che hanno lavorato sul progetto “Tracce di memoria”, finalizzato all'educazione alla legalità e incentrato sulla vicenda di Erriu. Uno spunto per una riflessione educativa etica e civile, per contribuire a raccogliere, conservare, divulgare il patrimonio documentale sulle tematiche legate a terrorismo, violenza politica e criminalità organizzata, nell'ambito della “Rete degli archivi per non dimenticare”.

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