La Nuova Sardegna

Oristano

Abitazioni per i rom, i soldi sono pronti ma mancano le aree

di Michela Cuccu
Abitazioni per i rom, i soldi sono pronti ma mancano le aree

Il Comune ha ottenuto un finanziamento di 100mila euro L’assessore Sanna: «Non possono vivere ancora così»

17 maggio 2017
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ORISTANO. I soldi, quelli per le case, ci sono ma manca un’area, urbanizzata, dove sistemarle.

Il risultato è che le sette famiglie rom che da 25 anni vivono nel fatiscente ex mattatoio continuano a rimanere lì chissà ancora per quanto tempo. Non manca giorno che i componenti della piccola comunità originaria della Bosnia e che aveva trovato rifugio in Italia negli anni terribili della guerra nell’ex Jugoslavia si rechino in Comune per sapere quando potranno traslocare.

«Sono trascorsi ormai mesi – racconta Patrizia, 47 anni, una delle componenti della comunità di via Rockfeller, ma quelle case per noi restano solo un sogno».

Il Comune, dopo vari tentativi, alla fine dell’anno scorso, era riuscito a ottenere un finanziamento da 100mila euro proveniente dall'Unione Europea per tramite del ministero dell'Interno. Fondi provenienti da un bando legato all'integrazione e alla gestione dell'immigrazione e delle minoranze etniche grazie ai quali l'Amministrazione conta di risolvere non solo la sistemazione delle famiglie rom, ma anche il decoro della zona liberando edifici che hanno una notevole valenza pubblica per via della loro collocazione.

Per le sette famiglie bosniache, quella di via Rockfeller doveva essere una sistemazione provvisoria, invece da quel momento nulla è cambiato. Con il finanziamento, al quale contribuirà il Comune per il 20 per cento con propri fondi, dovranno essere acquistate casette mobili prefabbricate in cui sistemare oltre venti persone, fra cui diversi bambini. Sembrava cosa fatta, con i fondi reperiti dall’assessorato ai Servizi sociali e la collaborazione per trovare l’area da parte dei Lavori pubblici e del Patrimonio. Invece nulla: l’area non c’è. «Intanto noi viviamo in mezzo ai topi e con il fango che arriva dentro casa ad ogni pioggia», commenta Patrizia. La donna racconta «Lo scorso inverno, dopo un forte temporale, ha piovuto anche dentro le case. Siamo rimasti per giorni nell’umidità, con materassi e coperte completamente inutilizzabili. Davvero, un’altro inverno in queste condizioni non lo potremo affrontare». Efisio Sanna, assessore comunale ai Lavori pubblici, conferma le difficoltà.

«Stiamo verificando diverse ipotesi. Inizialmente si era pensato di sistemare i prefabbricati in via Ghilarza, ora c’è l’ipotesi di utilizzare l’ex stazione di monta del Rimedio, ovviamente una volta abbattuti i vecchi edifici ormai inutilizzabili. Ma il problema è sempre lo stesso: bisogna urbanizzare. Perché delle persone possano abitare in un qualsiasi posto – sottolinea – è indispensabile ci siano acqua potabile, energia elettrica e fognatura». Sanna aggiunge «Non è un problema semplice, ma una soluzione andrà trovata. Non possiamo continuare a tollerare che quelle famiglie vivano ancora nell’ex mattatoio. È una condizione inaccettabile per qualsiasi società civile». Insomma, una situazione paradossale, con un finanziamento, che rischia di rimanere inutilizzato chissà ancora per quanto tempo. E ora la questione passerà ai futuri amministratori comunali.

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