Il Comune di Oristano presenta il conto allo Stato
Chiesti un milione e 862mila euro per i mancati trasferimenti del 2013 sulla base di una sentenza della Corte Costituzionale
ORISTANO. «Bussate e vi sarà aperto», dice il Vangelo. A fare toc toc è il Comune e a dover aprire la porta dovrebbe essere lo Stato italiano che ha un debito mica da due soldi nei confronti dell’amministrazione oristanese. Ieri la giunta comunale ha approvato la delibera che spiega per benino i contorni della vicenda che coinvolge l’assessorato al Bilancio guidato da Giuseppina Uda. Per capire cosa stia accadendo e perché Oristano chieda a Roma 1 milione e 862.170,69 euro bisogna fare un salto al 2013 e al bilancio che costò carissimo alle casse comunali.
Si dovette operare una manovra davvero pesante perché improvvisamente lo Stato centrale decise che il fondo sperimentale di riequilibrio dovesse essere ridotto così come i trasferimenti erariali. Per i Comuni fu un bagno di sangue generalizzato, tanto che a livello italiano si arrivò a ridurre l’importo totale di 2 miliardi e 250milioni di euro. Oristano, piccola barca in mezzo a questa tempesta, vide ridursi le proprie entrate proprio di 1 milione e 862mila euro tra le critiche dell’opposizione che non risparmiò strali alla giunta che dovette fare le acrobazie e notevoli tagli per far quadrare i conti.
Adesso però sembra arrivato il momento di riavere indietro il gruzzolo, visto che qualche mese fa una sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo quel prelievo o quel mancato trasferimento di denari del 2013 da parte dello Stato. La giunta ieri ha firmato la delibera proposta dall’assessore Giuseppina Uda e ha così dato mandato agli uffici di inviare la richiesta del tesoretto mai arrivato a destinazione nel 2013. Lo Stato, di fronte al parere dei giudici, dovrebbe chinare il capo e far arrivare i soldi a Oristano, ma non è detto che questo accada. In tal caso il Comune procederà ad un secondo e più incisivo passo portando lo Stato stesso in tribunale per ottenere ragione e soprattutto soldi.
Del resto la Corte Costituzionale ha parlato in maniera chiara a proposito di quel mancato trasferimento erariale dicendo che il provvedimento «comporta la lesione dell’autonomia finanziaria riconosciuta all’ente locale» e perché il taglio riguardava sia le spese stanziate nel triennio precedente sia quelle destinate ad assicurare i servizi ai cittadini quali i costi del servizio di raccolta dei rifiuti. C’era poi la convivenza di due fondi entrambi deputati a stabilire i meccanismi di quantificazione dei conti e con essi dei tagli per gli enti locali.
E allora, dopo aver trattenuto per sè i soldi di Oristano, adesso lo Stato è chiamato a restituirli. Lo farà in fretta?