La Nuova Sardegna

Oristano

Ciliegia di Bonarcado Marchio di qualità per stare nel mercato 

di Piero Marongiu
Ciliegia di Bonarcado Marchio di qualità per stare nel mercato 

L’iniziativa presentata a ridosso della sagra del 1° giugno Comune e Coldiretti: valorizzazione attraverso un consorzio

31 maggio 2017
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BONARCADO. A pochi giorni dall’apertura della 15esima sagra “de sa Cariasa Bonarcadesa”, nel ciliegeto di Pranos, in questi giorni ricco di frutti maturi già pronti per essere raccolti, l’amministrazione comunale, i vertici di Coldiretti di Oristano e la giurista d’impresa Antonella Concas, hanno presentato il progetto di valorizzazione e tutela del prodotto e il marchio di qualità che lo identifica.
«La creazione di un marchio di qualità – hanno detto il sindaco Franco Pinna e l’assessore all’Agricoltura Gianni Pes –, rappresenta un primo passo nella direzione della valorizzazione della ciliegia bonarcadese, che può rappresentare elemento di sviluppo economico per tutti: produttori e territorio». Nelle campagne bonarcadesi: Pranos (dove è stato impianto il ciliegeto comunale: oltre un migliaio di piante in produzione); e nelle terre comunali destinate a uso civico di “Pabarile” (poco meno di 40 mila piante, quasi tutte in produzione), annualmente si ottiene una produzione che supera abbondantemente i 50mila quintali di ciliegie, tutte di ottima qualità.
Numeri che potrebbero tradursi in lavoro, guadagno e quindi benessere. Un progetto di sviluppo facile da realizzare, nel quale Coldiretti crede fortemente, tant’è che già il prossimo primo giugno alcuni produttori bonarcadesi potranno vendere le ciliegie nell’ambito del mercato “Campagna amica”, che si tiene ogni giovedì a Oristano nel terrapieno davanti all’ospedale San Martino.
Altra parte del prodotto sarà acquistabile nel punto vendita cabrarese del Market Frongia. «La visione di Coldiretti è ampia – ha detto il presidente Giovanni Murru – e comprende la necessità di stare sul mercato, anche se questo, con i problemi causati dalla crisi, è molto difficile».
L’imperativo categorico, quindi, deve essere quello di consorziarsi per non svendere il prodotto. «Il prossimo passo – ha spiegato il direttore di Coldiretti Giuseppe Casu – dovrà essere proprio quello di creare un consorzio di produttori, che siano in grado di affrontare il mercato e di evitare la frammentazione e la perdita di gran parte del frutto».
Il Comune è pronto a fare la sua parte mettendo a disposizione di chi entrerà a far parte del consorzio i locali per lo stoccaggio, la vendita e, in futuro, la trasformazione del prodotto. Il futuro della ciliegia locale passa anche attraverso il suo impiego nel settore dell’alimentazione: distribuzione, produzione di confetture, gelateria e consumo nelle mense pubbliche. Anche di questi aspetti si parlerà venerdì prossimo, giorno della sagra, nel convegno in programma alle 10.30 nell’ex deposito Comunale.
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